Caso Weinstein, un collega accusa: "Tutti zitti perché ci conveniva"

In un post su Facebook il produttore e sceneggiatore Scott Rosenberg parla di Weinstein: "Tutti sapevamo com'era, abbiamo taciuto perché lui era la gallina dalle uova d'oro. Con lui abbiamo passato i momenti migliori, da Cannes a Venezia, dai jet e ai Caraibi"

Caso Weinstein, un collega accusa: "Tutti zitti perché ci conveniva"

Il sindacato dei produttori di Hollywood (Pga) ha avviato le procedure per l'espulsione di Harvey Weinstein, dopo le numerose accuse di molestie e violenza sessuale che lo riguardano. "Qualsiasi tipo di molestia è del tutto inaccettabile. Questo è un problema sistemico e diffuso che richiede l'intervento dell'intero settore", scrive l'organizzazione in un comunicato stampa. L'espulsione non sarà immediata poiché, secondo il regolamento sindacale, Weinstein avrà la possibilità di difendersi prima che la Pga prenda la decisione definitiva, prevista il prossimo 6 novembre.

Intanto c'è da registrare la presa di posizione di una persona che conosce molto bene Weinstein. Si tratta di Scott Rosenberg, produttore e sceneggiatore. L'uomo, che affida a Facebook la propria versione dei fatti, in un post poi rimosso, lancia un'accua durissima contro il mondo di Hollywood: "Tutti sapevamo, abbiamo taciuto perché (Weinstein, ndr) era la gallina dalle uova d'oro". Rosenberg la prende alla larga: "Io c’ero. C’ero dal 1994 agli anni 2000. L’età dell’oro. Gli anni di Pulp Fiction, Will Hunting, La vita è bella. Harvey e Bob (i fratelli Weinstein) hanno prodotto i miei primi due film. Avrebbero pubblicato il mio romanzo. Mi hanno consacrato, mi hanno dato la mia carriera. Avevo a malapena 30 anni... Le riunioni poi diventavano notti folli in giro per la città. Miramax era una figata. Quindi sì, io c’ero. E lasciatemi essere chiaro su una cosa: tutti sapevano".

Poi chiarisce meglio il senso del proprio ragionamento: "Non che stuprasse, ma sapevamo dei suoi comportamenti aggressivi. Sapevamo della fame di quell’uomo, come un’orco insaziabile uscito dalle favole dei fratelli Grimm. Tutto avvolto in promesse vaghe di ruoli nei film... E sapete perché sono sicuro che sia così? Perché io c’ero. Vi ho visti. Ne abbiamo parlato insieme. Voi, i grandi produttori; voi, i grandi registi; voi, i grandi agenti; voi, i grandi finanzieri. E voi, i capi dei grandi studios rivali; voi, i grandi attori; voi, le grandi attrici; voi, le grandi modelle. Voi, i grandi giornalisti; voi, i grandi sceneggiatori; voi, le grandi rockstar; voi, i grandi ristoratori; voi, i grandi politici. Io ero lì con voi".

Quel "tutti sapevamo", però, non era poi così esteso: "Forse non conoscevamo il livello di questo schifo, gli stupri, le donne sbattute al muro. - precisa Rosenberg -. Ma qualcosa sapevamo. Ma che avremmo dovuto fare? A chi avremmo dovuto dirlo? Harvey aveva la stampa in pugno. Avremmo dovuto chiamare la polizia? Per dire cosa. Le vittime hanno scelto di non parlare ma se ne avessero parlato con i loro agenti gli avrebbero consigliato di tacere". Un mondo difficile, dunque, un mondo marcio.

"Tutti conoscevamo qualcuno che aveva ricevuto le sue avances. Ma in qualche modo ridevamo della sua arroganza, la vedevamo come una grottesca esibizione di potere. Era molto più facile per noi crederci. Perché... e qui lo schifo incontra la melma: con Harvey abbiamo passato i momenti migliori. Ci portava ai Golden Globe organizzava feste pazzesche. Cannes, Berlino, Venezia, jet privati, limousine. Una volta mi ha portato ai Caraibi per dodici giorni. Non sapevo neanche che quel posto esistesse. Lui dava, dava, e dava. E i suoi soldati dovevano ripagarlo con una fedeltà degna di un padrino mafioso. Era glorioso, tutto. Che sarà mai se era un po’ prepotente con qualche giovane modella? Perché avremmo dovuto noi fermare il gioco? La gallina dalle uova d’oro non capita molte volte nella vita di un uomo. Ci servivano le uova. Okay, forse non ci servivano ma ci piacevano davvero davvero molto".

Alla fine Rosenberg si scusa per non aver fatto nulla contro il 'sistema Weinstein': "Sarò eternamente dispiaciuto, per tutte le donne che hanno dovuto subire. Il loro coraggio è un faro che illumina la mia vergogna. Mi scuserò in eterno con tutti quelli che hanno sofferto in silenzio. E che hanno scelto di rimanere in silenzio oggi. Ho perso i contatti con i Weinstein dal 2000. Ma qualche mese fa mi ha chiamato, per parlare dei tempi andati. Voleva riunire la banda, fare un film, avevo la sensazione di uno che camminava verso il patibolo. Poche settimane dopo ho capito. Mi scuso e mi vergogno, perché alla fine sono stato complice, non ho detto niente.

Harvey con me è stato meraviglioso quindi mi sono preso i benefici e ho tenuto la bocca chiusa. Ma anche tutti voi dovete scusarvi. Voi sapete chi siete. Sapevate tutto e sapete che io so che ne eravate al corrente perché ero lì con voi. E perché tutti, tutti sapevano".

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