Israele avrebbe spiato i negoziati dell’anno scorso sul programma nucleare iraniano tra Teheran, Stati Uniti, Russia, Cina, Germania, Gran Bretagna e Francia: lo hanno appreso alti funzionari della Casa Bianca, secondo quanto riporta l'edizione online del Wall Street Journal. Il governo israeliano intendeva utilizzare le informazioni per esercitare pressioni sul Congresso Usa. Oltre alle intercettazioni sui colloqui a porte chiuse, secondo il rapporto, Israele "ha ottenuto le informazioni da fonti confidenziali statunitensi e da contatti diplomatici in Europa". La Casa Bianca si è resa conto dell'operazione quando le agenzie d’intelligence statunitensi hanno intercettato alcune comunicazioni fra funzionari israeliani che riportavano i "dettagli di alcune informazioni definite strettamente confidenziali".
Il governo israeliano smentisce subito ogni addebito tramite il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman: "Notizia non vera". E lo stesso fanno fonti vicine a Netanyahu: "Accuse assolutamente false, lo Stato di Israele non conduce operazioni di spionaggio contro gli Stati Uniti o altri alleati". Ma perché fiffondere questo falso scoop? "Queste false accuse sono chiaramente tese a minare il forte legame tra Stati Uniti e Israele e la relazione nel campo della sicurezza e della intelligence che ci lega", ha aggiunto la fonte del governo israeliano.
Il Wall Street Jorunal aveva rivelato inoltre l’irritazione dell’amministrazione Obama per la
notizia: "Una cosa è che Usa e Israele si spiino a vicenda. Un’altra è che Israele rubi segreti Usa e li giri a membri del Congresso per minare gli sforzi della diplomazia Usa", aveva riferito al Wsj una fonte diplomatica.
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