Milano avrà la sua torre di luce, alta 22 metri. Non davanti, ma dietro alla cattedrale, nella zona dell’ex Campo santo. È la mediazione trovata tra Palazzo Marino e la Soprintendenza che aveva bocciato la sistemazione in piazza Duomo dell’opera luminosa, simbolo del Natale 2010 e del festival Led. Un braccio di ferro durato qualche giorno: dopo il parere negativo di Alberto Artioli, l’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo si era espresso duramente («sono capricci, non possono cambiare continuamente le regole, sulla piazza decide la politica») e aveva avvertito: se qualche sponsor si tira indietro «rischiamo di tagliare altri progetti delle luminarie». Ieri il tema ha acceso anche la seduta di giunta. «Sulla torre di luce bisogna seguire le indicazioni della Soprintendenza- ha ammesso il sindaco Letizia Moratti - , la piazza non può diventare un suk, dobbiamo evitare la sovrapposizione di troppi simboli ». E ha invitato il direttore generale a cercare una mediazione. Trovata in tarda mattinata nel «trasloco» della torre dietro alla cattedrale. Ma ora,sono d’accordo i componenti del tavolo interassessorile sull’occupazione di piazza Duomo, a cui siedono anche vigili del fuoco, polizia locale e un membro della Soprintendenza, che sull’opera contestata aveva espresso invece parere favorevole, bisogna cambiare registro. «Intanto le critiche non si fanno a mezzo stampa, invitiamo Artioli a ragionare a quel tavolo» fa presente l’assessore al Tempo libero Alan Rizzi. «Dopo le polemiche nate in questi giorni sull’uso di piazza Duomo- concorda quello al Turismo, Alessandro Morelli - il sindaco deve cogliere l’occasione per rilanciare con forza il ruolo e il valore del tavolo interassessorile, luogo definitivo di confronto e decisione. Le scelte che si prendono in quella sede devono essere vincolanti, al riparo da cambiamenti conosciuti attraverso la media e che inficiano il lavoro di tutti». Cadeo incassa il sostegno dei colleghi e concorda con il sindaco: «Sono il primo a sostenere che la piazza e la Galleria vadano “ alleggeriti“.Ma fissiamo delle regole e devono valere per tutti, non si capisce perché sì al catafalco che c’è in questi giorni in piazza e no ad un’opera luminosa ». L’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory invece concorda sia con la bocciatura dell’albero di Natale griffato Tiffany arrivata nei giorni da parte di monsignor Manganini («è una festa religiosa, bisogna tenere conto di questa posizione»), sia con Artioli («la piazza non può essere un suk»). Ma non risparmia una stoccata pure al sindaco. Che ha organizzato il 5 dicembre una grande festa a inviti per il nuovo Museo del Novecento all’Arengario, con ospiti internazionali (che poi rimarranno per la Prima della Scala), consoli e ambasciatori, vip. Il 6, Finazzer inaugura invece l’Arengario con ingresso gratis per tutti e una «notte bianca» di festa per la città, con musica jazz e leggera, dalle 17 alle 2. «C’è una festa chic e una pop, ossia popolare. E per me un museo apre quando c’è la gente, attendo 10mila persone». Polemiche a parte, ieri il Comune ha incassato per il Museo la sponsorizzazione di un milioni dalla Bank of America.
Qualche settimana fa lo stesso finanziamento era arrivato da Finmeccanica. «Il Museo del Novecento attrae capitale economico e intellettuale. L’uscita dalla crisi non può che passare dagli investimenti sulla cultura », sottolinea l’assessore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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