È morto "bulldozer" Holbrooke più bravo in guerra che in pace

Il diplomatico Usa aveva 69 anni. A suo agio con Karadzic e Milosevic, chiuse il conflitto in Bosnia Ma la sua missione in Pakistan e Afghanistan è stata fallimentare

È morto "bulldozer" Holbrooke più bravo in guerra che in pace

«Era un gigante della diplomazia americana» ha dichiarato il presidente americano Barack Obama ricordando Richard Holbrooke. Stroncato da problemi cardiaci, i peana si sprecano per l’inviato speciale a stelle e strisce, meglio noto nelle cancellerie come «il bulldozer», un nomignolo non proprio diplomatico.
Architetto della pace in Bosnia si tende a dimenticare l’insuccesso, forse voluto, nell’evitare la guerra della Nato per il Kosovo. Non solo: la sua ultima missione in Afghanistan e Pakistan è stata un mezzo disastro. I militari americani impegnati a Kabul non lo amavano e con il presidente afghano Hamid Karzai è andata a finire a insulti.
Chiari e scuri di una leggendaria carriera nella diplomazia Usa durata quasi 50 anni. Classe 1941 Holbrooke sì è fatto le ossa nel delta del Mekong, durante la guerra in Vietnam, ispirandosi a Kennedy.
Il suo grande successo è l’accordo di Dayton, che concluse la sanguinosa guerra in Bosnia, in realtà portato a termine assieme a Carl Bildt, ex premier svedese. Holbrooke usava il bastone e Bildt la carota. Il destino ha voluto che l’ambasciatore-bulldozer lasciasse questo mondo esattamente 15 anni dopo la firma formale dell’accordo a Parigi, il 14 dicembre 1995. Dalla corte de L’Aja, dove è imputato di genocidio, Radovan Karadzic, ex capoccia dei serbi di Bosnia, ha denunciato Holbrooke sostenendo che gli aveva promesso l’impunità se non si fosse messo di traverso a Dayton. Vero o falso che sia, l’inviato americano non aveva problemi a intrattenere ottimi rapporti con lo zar serbo Slobodan Milosevic. La leggenda narra di una cena che sarebbe durata 11 ore organizzata dall’ultimo presidente yugoslavo nella villa di caccia di Tito vicino a Belgrado. Lo stesso Holbrooke sosteneva di non avere problemi a «negoziare con persone che compiono gesti immorali, se l’obiettivo è salvare delle vite». Proprio lui si recò a Belgrado per consegnare a Slobo l’ultimatum per il ritiro dal Kosovo. Un fiasco diplomatico, forse studiato ad arte, che portò la Nato a bombardare i serbi.
Nonostante i tanti elogi Holbrooke per ben due volte non è diventato segretario di Stato al posto di Madeleine Albright negli anni novanta e oggi di Hillary Clinton. Uomo dei democratici è rispuntato con Obama, come inviato speciale per l’Afghanistan e Pakistan. «È il peggior bastardo egoista che abbia mai incontrato, ma forse è l'uomo giusto per questo lavoro», ha detto il vice presidente Joe Biden. Kabul, però, non è Sarajevo. Dopo le discusse elezioni presidenziali dello scorso anno, che confermarono con una marea di brogli Karzai, la Bbc definì «esplosivo» l’incontro fra il presidente e l’inviato Usa. Holbrooke voleva cacciare il capo afghano a pedate e lo accusava a chiare lettere di essere un corrotto.
Holbrooke è entrato in rotta di collisione con gli stessi militari americani. Indimenticabili le battute del generale Stanley Mc Chrystal, nel famoso articolo della rivista Rolling Stones che gli è costato il posto. Secondo il comandante della Nato in Afghanistan Holbrooke era come «un animale ferito circondato da voci che sarà silurato e quindi pericoloso». A Parigi, durante una riunione sull’Afghanistan, Mc Chrystal riceve dei messaggi di posta elettronica sul suo telefonino dall’inviato speciale e sospira: «Un’altra mail di Holbrooke. Neppure la apro».
L'ambasciatore si è comunque speso nella sua ultima missione lavorando ai fianchi i pachistani.

Per un caso della vita il chirurgo che ha cercato di salvargli la vita è di origini pachistane. Prima di entrare in sala operatoria Holbrooke gli ha sussurrato: «Dobbiamo fermare la guerra in Afghanistan».
www.faustobiloslavo.eu

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