Mostra del Cinema: ecco i "milanesi" che sbarcano sul Lido

Da Gabriele Salvatores a Marco Pozzi, da Roberta Torre a Giovanni Maderna, un folto drappello di registi nostrani è presente con le proprie opere inedite alla rassegna internazionale in laguna

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sbarcano sul Lido

«Milano, con la playlist giusta, è bella, quasi poetica e commovente», dice la protagonista del film del regista milanese Marco Pozzi (laurea in lettere e insegnante di tecniche di regia allo Iulm), autore di numerosi cortometraggi, documentari e serie tv, spesso girati a Milano, che presenterà sabato alla Mostra del Cinema di Venezia, MaleDimiele, delicato film di finzione sull'anoressia. Red carpet, quest'anno, anche per un folto drappello di registi milanesi che accanto ai nomi internazionali e ai numerosi italiani invitati dal direttore Marco Müller, ampliano il programma con i loro film più nuovi, disseminati nella varie sezioni. Ad aprire lo spazio dedicato ai lombardi, e applauditissimo da pubblico e stampa, il Premio Oscar Gabriele Salvatores, milanese d’adozione, tra i fondatori del teatro dell'Elfo, che proprio a Milano deve il suo esordio cinematografico con Kamikazen - Una notte a Milano. Il regista di origini napoletane ha presentato domenica scorsa, inserito nella sezione «Fuori concorso», il poetico e nostalgico 1960. Il film - illustrato dalle bellissime immagini d'archivio di Teche Rai - ripercorre l'Italia del boom economico attraverso un viaggio tra le regioni fino a Milano, meta in quegli anni di una larga fetta di immigrazione nazionale e vista come l’«America» dove poter realizzare i propri sogni. Voce narrante Giuseppe Cederna che legge in off le lettere di Rosario, emigrato dal Sud, inviate al fratello minore. Stand ovation anche per la milanese Roberta Torre, trasferitasi ormai dai tempi della stralunata commedia sulla mafia Tano da Morire, in Sicilia, che ha presentato I baci mai dati, pellicola che mescola surreali atmosfere pop ad esterni della periferia più povera e popolare di Catania, dove una giovanissima tredicenne racconta, mentendo, di aver visto in sogno la Madonna, firmando cosi, suo malgrado, la sua condanna a miracolata a vita, con la complicità della madre, una strepitosa Donatella Finocchiaro, che scandisce gli appuntamenti dei «fedeli», in pellegrinaggio dalla figlia, con la richiesta di pratici e concreti miracoli, tra cui la ricerca di un lavoro al supermercato in orari convenienti. Milanese, regista e produttore indipendente anche Giovanni Maderna, autore di Cielo senza terra (sarà presentato l’11), sulla protesta degli operai della Innse, girato un anno fa un fuori dai cancelli della fabbrica di via Rubattino. Nel film le immagini della protesta si alternano alle camminate sulla Grigna del regista con il padre Eugenio, in un crescente dialogo alla scoperta di sé. Entusiastica accoglienza anche per Massimo Coppola, autore da molti anni a Milano, dove si è laureato in filosofia, ha lavorato in tv con la serie Avere vent’anni e fondato una casa editrice. A Venezia aveva già portato Bianciardi!; ora, in Hai paura del buio, già presentato sabato scorso, unico titolo italiano in competizione alla sezione della «Settimana della Critica», racconta la vita e le vicissitudini di Eva, una ragazza di Bucarest che parte per Melfi per lavorare in Fiat. Ancora lunghi applausi e affollata conferenza stampa per Se hai una montagna di neve, tienila all' ombra, viaggio nella cultura in Italia, firmatola Elisabetta Sgarbi, milanese d'adozione, direttrice editoriale Bompiani e direttrice artistica della rassegna internazionale La Milanesiana. Il film, in programma nella sezione «Controcampo italiano», pone davanti all' obiettivo la parola cultura, sussurrata tra la gente nelle varie regioni italiane per scoprire «cosa ne è della cultura nel sentimento degli italiani, nella loro vita concreta». Chiudono la schiera dei milanesi, l'opera prima di Paola Livia Randi, fondatrice del trimestrale di teatro e arti visive Ttr, divenuto poi festival di ricerca, in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, Into Paradiso, in concorso nella sezione «Controcampo italiano», storia sulle note degli Avion Travel del melting pot culturale nel nostro Paese, che ribalta la prospettiva dell'immigrazione. Infine Ward 54, il film di Monica Maggioni, giornalista del Tg1, già reporter di guerra in zone calde come Uganda e Iraq. Il film racconta con lucidità la dolorosa denuncia di un soldato nei confronti del sistema americano, disinteressato alle traumatiche conseguenze riportate dai cittadini che hanno scelto di sacrificarsi per il proprio Paese.

Da segnalare anche la presenza a Venezia di Cineteca Italiana di Milano, con il restauro di 6X8/48-Tutta la città canta, operetta surreale girata tra il 1943 e il ’45 da Riccardo Freda, con Nino Taranto, e Gli allegri masnadieri (1937) degli esilaranti fratelli De Rege, apprezzati per la loro comicità incalzante e basata sul non-sense.

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