In mostra il DaVinci autoritratto    

In mostra il DaVinci autoritratto  
 

D a Venaria applausi e ringraziamenti a Giancarlo Galan che da ministro si è battuto, imponendo la volontà politica su quella tecnica, affinché il celeberrimo Autoritratto di Leonardo da Vinci conservato presso la Biblioteca Reale di Torino fosse presente nella mostra che si apre oggi e che celebra appunto il genio e il mito del grande artista rinascimentale. Ancora vacante il nuovo inquilino del dicastero, l’evento, last but not least, nel ricco programma di celebrazioni per il 150° dell’unità d’Italia, è stato inaugurato dalle massime autorità piemontesi, Cota, Coppola e Fassino: sarà aperto fino al 29 gennaio 2012 e, al momento, sono giunte già 25mila prenotazioni. D’altra parte la Reggia di Venaria è uno dei musei che sta meglio in Italia, avviandosi a superare per quest’anno il milione di visitatori paganti.
Attorno alla celebre sanguigna che lo rappresenta in età avanzata gira tutta quanta la mostra, appetibile sia per il grande pubblico (spettacolare è l’allestimento ideato da Dante Ferretti, utile l’apparato multimediale e didattico coordinato da Piero Angela) sia per gli esperti alla ricerca di nuove attribuzioni, in cui si evince una notevole somiglianza tra l’Autoritratto e un volto giovanile che compare sul foglio 10 del «codice del volo», mentre un altro disegno, la Testa senile del 1515, che si pensava eseguito da un seguace di Leonardo, viene ora riattribuito al Maestro. Oltre alla filologia, il fascino di Leonardo prende sempre più piede nella nostra epoca, poiché lo consideriamo archetipo dell’artista a 360 gradi, che passava indifferentemente da una disciplina all’altra, intendendosi di pittura come di ingegneria, di scrittura come di architettura. Se dall’antico siamo abituati a considerare l’impeto di Michelangelo e il crudo realismo della rockstar Caravaggio, a Leonardo spetta il primato dell’intelletto concettuale, carattere che lo fa risultare ancor più moderno. A ciò si aggiunga l’enigma che sottende diverse sue opere, a cominciare dalla Gioconda e dall’uomo vitruviano sui quali si sprecano le interpretazioni.

Leonardo dunque come genio del suo tempo ancora influente a distanza di cinque secoli. Proprio su questo tema la sezione conclusiva della mostra azzarda paralleli e omaggi con l’arte contemporanea: promossi Duchamp, Warhol e Ceroli, più deboli gli altri.

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