Un GP a Londra? La Formula 1 nega, ma è possibile

Il progetto da 250 milioni di due società locali è stato per ora smentito dalla Formula 1 ma potrebbe trasformare i Docklands della capitale britannica in un circuito da oltre 200 km/h di media e 95.000 spettatori. Sarà un bene o un male per la F1?

Un GP a Londra? La Formula 1 nega, ma è possibile

Che la F1 di una volta sia ormai scomparsa ce n’eravamo accorti da un pezzo, ma la direzione presa dal campionato automobilistico più prestigioso al mondo fa scuotere la testa a molti appassionati. La notizia pubblicata dal Times martedì di una proposta avanzata da due società private per realizzare un circuito cittadino nell’est di Londra ha sollevato una serie di reazioni che vanno dalla perplessità ad un tiepido interesse. Se i tradizionalisti fanno notare come il Regno Unito abbia una pletora di circuiti dalla grande tradizione già disponibili, c’è già chi si lecca i baffi all’idea di un enorme affare per i palazzinari londinesi. Con buona pace di chi ricorda ancora con affetto le corse di una volta, la direzione della F1 sembra sempre quella di inseguire lo spettacolo ed i soldi, anche in posti che non hanno un bel niente a che fare con lo sport motoristico.

Un circuito da 250 milioni

Mettere insieme le parole Londra e motori, specialmente per chi ci ha vissuto come il sottoscritto, è una roba quasi ridicola. La capitale britannica è perseguitata da una viabilità inadeguata, un traffico caotico, tanto che gli abitanti hanno soprannominato la M25, la grande circonvallazione esterna, "il più grande parcheggio a cielo aperto d’Europa". Londra, però, è una delle aree urbane più ricche del pianeta, cosa che non sarà certo sfuggita ai boss di Liberty Media, sempre a caccia di modi per incassare più soldi. Nonostante la Formula 1 abbia per il momento smentito la notizia, l’idea di ospitare una gara del campionato nella metropoli del sud-est dell’Inghilterra non è certo nuova. A rendere la prospettiva interessante, paradossalmente, l’aggiunta di tante nuove locations esotiche in mezzo mondo. Visto che buona parte dei team di F1 sono basati a poche decine di chilometri, nella cosiddetta "Motor Valley", aggiungere allo storico Silverstone una tappa londinese sarebbe certo ideale dal punto di vista della logistica.

ferrari

Apparentemente le parole del portavoce della F1, raccolte dal sito PlanetF1, lascerebbero poco spazio ai dubbi: "Non ci sono piani per ospitare un gran premio nell’area delle Docklands. Abbiamo una lunga e proficua collaborazione in corso con il circuito di Silverstone". Questo non ha scoraggiato due aziende inglesi, la Dar e la LDN Collective, dal lavorare ad un ambizioso progetto di sviluppo dell’area dei Royal Docks, nell’est della capitale, che includerebbe un circuito lungo quasi sei chilometri molto veloce con una serie impressionante di opere aggiuntive. Il prezzo di questi interventi è altrettanto sorprendente: 250 milioni di sterline.

Il ceo di London Collective, Max Farrell, evidentemente a caccia di finanziatori dalle tasche profonde, ostenta sicurezza. "Sappiamo che la Formula 1 è interessata a ospitare un GP qui e abbiamo progettato una pista che soddisfa tutti i loro requisiti e regolamenti". Visto che il cammino burocratico sarebbe molto complesso, le società si stanno portando avanti, parlandone con le amministrazioni locali. Con una faccia tosta non indifferente, considerato che nessuno ha ancora nemmeno dichiarato il proprio interesse, Farrell parla addirittura di tempistiche. “Se arrivassero pareri positivi, potremmo costruire il circuito entro 24 mesi. Quindi, credo che lo scenario migliore sia quello di avere un Gp di Londra qui nell’agosto del 2026”.

max verstappen

Un progetto controverso

Il progetto, reso pubblico dall’articolo del Times, appare davvero mastodontico, visto che includerebbe delle tribune galleggianti sul Tamigi affiancate da palchi, ristoranti e alberghi temporanei che porterebbero la capacità del circuito a circa 95.000 spettatori. L’attenzione degli appassionati di motori è però sul tracciato, che dovrebbe essere realizzato tra i Royal Albert e Royal Victoria Docks, una volta centro vibrante dell’economia cittadina ma ora del tutto abbandonati, prima di girare attorno all’ExCel Centre, area nella quale si tengono le gare della Formula E. Per questo il progetto prevede di usare il piano terra dell’edificio come parte della pit lane, usando le zone di carico e scarico come parte del paddock, in una strana struttura a più livelli.

charles leclerc

Il circuito cittadino assomiglierebbe più al Gilles Villeneuve di Montreal che a Montecarlo, vista non solo la lunghezza ma soprattutto i lunghi rettilinei e le violente frenate. Ad un esame sommario nessuna delle 22 curve sembrano particolarmente interessanti ma questo non farebbe che confermare la tendenza in corso nella Formula 1, dove circuiti dal grande carattere vengono sistematicamente rimpiazzati da impianti moderni ma tutti uguali. Secondo le stime, i 5.868 metri sarebbero percorsi dalle monoposto moderne in circa 1 minuto e 42 secondi, con una velocità media di 204 km/h.

Russell e Hamilton

Ce n'è davvero bisogno?

Anche se molti affaristi inglesi si stanno fregando le mani all’idea di ristrutturare questa parte della capitale, incluso il piccolo aeroporto di London City, resta da capire cosa aggiungerebbe questo progetto alla Formula 1. C’è davvero bisogno di un altro circuito cittadino veloce, simile a tanti altri, solo per attirare una folla di ricchi curiosi che, magari, non sanno nemmeno chi fossero Senna o Schumacher? Non ci sarebbe nemmeno la scusa della location, visto che l’area dei Docklands è un deserto industriale, lontano chilometri dai famosi monumenti della capitale e, francamente, poco attraente dal punto di vista turistico.

circuito di Formula 1 di Monza

Probabilmente agli sponsor piacerà l’idea di avere un Gp in una città così famosa ma siamo davvero sicuri che questa sia la direzione migliore per la Formula 1? Liberty Media potrà vantarsi dei successi finanziari e dell’audience globale ma sempre più appassionati non si riconoscono più in queste gare.

A forza di rincorrere la generazione TikTok, la F1 rischia di smarrire la propria anima. Progetti del genere sono un azzardo; speriamo davvero che chi ha a cuore lo sport motoristico tolga la mano dal portafoglio e se la metta fermamente sul cuore.

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