Niki suona l'ultima sinfonia: la vittoria di Lauda a Zandvoort 1985

Niki Lauda ruggisce per l'ultima volta nella sua carriera a Zandvoort, vincendo una gara combattuta fino all'ultimo col suo compagno di squadra Alain Prost

Niki suona l'ultima sinfonia: la vittoria di Lauda a Zandvoort 1985

Dentro al casco con la visiera alzata, spuntano due occhi blu come il mare d'inverno, intensi e profondi. Dietro allo sguardo glaciale si nasconde un uomo che è un concentrato di freddezza, un abile calcolatore, tanto che nel Circus viene chiamato "computer". Eppure, in quell'estate del 1985, in mezzo alla calda griglia di partenza del GP d'Olanda, chissà a cosa avrà pensato quel pilota col numero 1 stampato sulla bianca carena della sua McLaren. Quali saranno stati i pensieri di Niki Lauda, tre volte campione del mondo di F1? In tanti anni di carriera ne ha viste di cose, si può dire che stia vivendo la sua seconda o, addirittura, terza vita.

La prima è segnata all'anagrafe, il 22 febbraio 1949 a Vienna, mentre la seconda è quella che riprende a scorrere implacabile dopo il terribile incidente del Nurburgring del 1976, quando stava bruciando vivo insieme alla sua Ferrari. Ne uscì malconcio, sfregiato ma ancora più combattivo e determinato. Lauda è un reduce, ha visto la morte in faccia e l'ha rispedita al mittente, ancora per un po'. La sua terza vita è più dolce e coincide con il rientro alle corse nel 1982, dopo tre anni di assenza, e che gli frutta un ulteriore clamoroso titolo. Dunque, a cosa avrà pensato un tipo così, prima di scattare per i 70 giri infuocati di Zandvoort. Si sarà immaginato che quel giorno avrebbe ottenuto la sua ultima vittoria della carriera?

Un sabato sfortunato

La stagione di Niki è a dir poco sfortunata, la sua McLaren motorizzata Porsche è un vero fulmine, ma troppo spesso lo lascia a piedi. Non ci si comporta così con un campione del mondo in carica, su 10 gare fino a qui disputate sono 8 i ritiri. Le cose vanno meglio al suo compagno di team, il francese Alain Prost. Con lui la McLaren non fa quasi mai i capricci e inevitabilmente comanda la classifica piloti, insidiato dall'italiano Michele Alboreto della Ferrari. Il sabato di Lauda è abbastanza anonimo e negativo, Zandvoort (a differenza di oggi) è una pista con una lunga serie di curve veloci ed è molto pericolosa. Quel giorno la pioggia si espande sul tracciato con la forza di un fiume e nessuno riesce a migliorare il tempo del venerdì. L'austriaco è costretto a partire dalla decima posizione della griglia e guarda da lontano tutti i rivali più accreditati.

Una partenza rocambolesca

La domenica il tempo offre un po' di clemenza e si può correre regolarmente. Non mancano le sorprese, fin dal warm up, in cui si assiste all'incidente di Patrick Tambay che sarebbe partito sesto. Quando tutti si posizionano nella propria casella e si spengono i semafori, Nelson Piquet rimane inchiodato in pole position. La sua Brabham-BMW non ne vuole sapere di mettersi in modo, stessa sorte accade al collega Thierry Boutsen, qualche posizione più indietro. Tutti i piloti sono bravissimi a schivare l'improvviso ostacolo e la corsa può iniziare senza intoppi, con Keke Rosberg che si prende la leadership davanti a Senna, Prost e Fabi. La partenza di Lauda, invece, è un piccolo capolavoro, perché grazie al talento e all'esperienza, riesce a infilarsi in coda a questo veloce trenino in quarta piazza.

Lauda

Pochi giri di orologio e Lauda sopravanza Fabi, poi dopo altre tornate lui e Prost si beffano di Senna, mettendosi all'insguimento della lepre Rosberg. Le due McLaren sono sensazionali, ma sembra proprio che Prost ne abbia di più. Ormai il transalpino recita il ruolo di stella ascendente, mentre il vecchio Lauda è agli ultimi giri di valzer. Al ventesimo giro la Williams favorisce i due insguitori, perché il motore di Rosberg va in fiamme. Adesso, Prost ha strada libera e può dettare la sua andatura. Il francese cerca di spezzare la resistenza di Lauda con una serie di giri veloci, che assomigliano a un pugile che sferra una miriade di raidi colpi all'addome dell'avversario, per farlo stramazzare a terra il prima possibile. Lauda sa incassare e resiste, tiene il passo del compagno e frena gli entusiasmi di Senna, sbattendo la porta in faccia a quest'ultimo ogni volta che si fa minaccioso.

Lauda ultimo re d'Olanda

Dopo un cambio gomme il brasiliano sopravanza Lauda, che tuttavia si riprende la rivincita restituendogli un sorpasso alla curva Tarzan, direttamente all'esterno, come solo i campioni sanno fare. Dopo una bella girandola di pit stop, Lauda viene catapultato improvvisamente al comando. È il trentasettismo giro quando Prost rientra per la sosta, che per sua sfortuna diventa troppo lunga. Il francese torna in pista alle spalle persino della Lotus di "Magic", in terza posizione, anche se per poco; infatti Prost sguinzaglia la sua inarrestabile McLaren e dopo qualche giro sbrana Senna con un sorpasso di velocità nel lungo rettilineo del traguardo. Nel frattempo Lauda comanda la gara con un margine di circa 8 secondi, ma le difficoltà nei doppiaggi di De Angelis e Piquet permettono a Prost di entrare nel raggio visivo dei suoi specchietti.

Lauda
Al centro Niki Lauda festeggia la vittoria con Prost (sinistra) e Senna (destra)

A tre giri dal termine, il francese si ritrova attaccato agli scarichi dell'esperto compagno, che è costretto ad attingere al suo sterminato bagaglio di abilità per proteggere la vittoria. L'azione più emblematica è la difesa che Lauda alza alla curva Marlboro, paragonabile a una levata di scudi spartani di fronte al nemico. Gli ultimi passaggi davanti al traguardo sono i più tesi e sentiti, ma quando passa sotto alla bandiera a scacchi Lauda può liberare la sua gioia. Stavolta la sua stella torna a essere la più luminosa, per la venticinquesima volta l'inno austriaco viene suonato esclusivamente per lui sotto al podio. Purtroppo sarà l'ultima volta.

Al termine della stagione Niki appenderà il casco al chiodo, congendandosi come uno dei più grandi piloti di sempre, con tre bellissimi titoli mondiali da spolverare nella bacheca. La pista di Zandvoort, invece, smetterà di ospitare la F1 fino al 2020, quando tornerà nel calendario ma con un layout stravolto. Per questo motivo, l'ultimo re d'Olanda sarà sempre Niki Lauda.

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