Sono passati trent'anni dalla tragica scomparsa di Ayrton Senna, ma il mito del campione brasiliano è più nitido che mai e rivive in tutta la sua grandezza al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, dove ieri è stata inaugurata la mostra Ayrton Senna-Forever.
Lo spirito di Senna arriva nel tempio che custodisce le più belle vetture della storia dell’Automobile con una mostra che contiene ben 255 pezzi esclusivi.
Presenti le auto più significative guidate da Senna nel corso della sua carriera: due kart degli esordi nel mondo delle corse (1978-1982); nove monoposto, dalla prima Van Diemen RF82-Ford del 1982 all’ultima Williams FW16-Renault del 1994; l'iconica Mercedes 190 numero 11 con cui Senna vinse la Race of Champions davanti a Lauda nel 1984, ed ancora due showcar : la McLaren MP4/4-Honda e McLaren MP4/6-Honda.
Le vetture sono corredate da documenti, pubblicazioni e memorabilia: tra questi, la più completa raccolta delle tute da corsa e dei caschi del pilota e volanti.
Molto meticoloso e dotato di grande sensibilità, Ayrton Senna chiedeva infatti un volante speciale che poi verrà denominato "stile Senna". A differenza, della maggioranza dei piloti che usavano volanti con le forme anatomiche, la corona di diverse sezioni, l’impugnatura della mano impostata e un diametro intorno a 278 mm, il campione brasiliano come gli altri in McLaren, usava un volante con una corona più grande, un diametro di 298, l’impugnatura costante e sottile. Il volante di grande diametro gli permetteva una guida precisa, quasi chirurgica alla ricerca del punto di corda di una curva. Per questo motivo, Ayrton non vorrà poi guidare con i volanti anatomici della Williams.
Esposto anche il volante Personal della monoposto di Interlagos 1994, così come il piantone dello sterzo della Williams FW16, l’unica nota che provoca un fitta profonda al cuore dello spettatore della mostra che emoziona tantissimo celebrando la vita dell’uomo e del pilota. Tra le curiosità anche la lettera di scuse che il campione brasiliano fu costretto a scrivere, suo malgrado, all’allora presidente della FIA Jean Marie Balestre, il contratto tra Ayrton Senna e la squadra DAP nel 1978, lettere personali e di auguri, le bottiglie Magnum Moët & Chandon autografate, orologi, coppe, medaglie, il computer per la telemetria e il monitor Williams FW16.
Maxischermi proiettano le celebri
frasi del campione. Una tra tutte: "Perché credo in Dio e ho fede in Dio, non significa che sono immortale. Ho paura come chiunque altro di farmi male, soprattutto alla guida di una macchina di Formula Uno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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