Mourinho e Ranieri: "Stretta di mano, basta con i veleni"

Inter-Juve per i due tecnici è il match in senso pugilistico. I nerazzurri non perdono a San Siro dalla sconfitta con la Signora. Mou scaramantico: "Chi dice: vinco. Poi perde". E bacchetta Adriano

Mourinho e Ranieri: "Stretta 
di mano, basta con i veleni"

Se fossero due pugili uno sarebbe il tecnico con colpi esplosivi, l’altro il fighter sempre pronto a starti addosso tirando pugni al corpo. E Inter-Juve: il match. Detto con Norman Mailer. Chiaro l’identikit? Mourinho è il tecnico, Ranieri il tignoso tirapugni. Stasera faranno a pugni? No, difficile ma non da escludere. Mourinho dice: "Gli stringerò la mano nel sottopassaggio". L’altro replica: "Bene, lo farò anch’io volentieri. Spero solo che i veleni siano finiti”. Idea comune: sdrammatizziamo, non avveleniamo un ambiente già velenoso. Bene, ma i due compagni di disfide hanno messo del loro. Ora meglio dimostrare sul campo quanto sono bravi. La Juve vince da sette partite di fila tra campionato e Champions. L’Inter non subisce reti da 220 minuti e non perde a San Siro dal 22 marzo2008, guarda caso proprio dalla sfida con la Juve finita 2-1 (Camoranesi, Trezeguet, Maniche) per i bianconeri. Sarà una caso, un divertimento del destino, se da allora la squadra ha realizzato 7 successi e 5 pareggi ed ora potrebbe verificarsi un altro capitombolo? Troppo gustoso l’indovinello. Ma se stavolta l’Inter di Mourinho battesse la Juve, sarebbe 1-0 la sfida Mourinho-Mancini.

Fuori i cannoni. Stanno bene quelli che contano(leggasi alla voce gol): Del Piero e Amauri, Ibrahimovic e Cruz. Mourinho ha perdonato perfino Adriano, convocato dopo aver segnato un gol per il Brasile. Anche se gli ha fatto intendere l’aria “Se un giocatore non gioca, giusto che pensi di andarsene”. E chi vuol intendere , intenda. Ranieri ha solo il dubbio su Camoranesi. Meglio lui o Marchionni. Viste le ultime partite converrebbe l’usato sicuro (Marchionni) in attesa di un Camoranesi in spolvero. Ranieri ha ammesso la debolezza del proprio “Io”: ”Pagherei per vincere”. Mourinho ci ha messo la solita faccia tosta: ”E’ una partita normale. C’è sabato, poi domenica. Domenica è un altro giorno”. Filosofia da 5 euro al chilo.

Scaramanzie. Qualcuno ci prova, qualcuno la teme. In queste grandi partite dove contano gol, goleador e tutto dovrebbe essere rapportato alla forza di uno stipendio( più incassi, più vali, più devi rendere quando serve: vero Ibra?) finora la miglior tattica è stata giocata sul dico e non dico. Cobolli Gigli non si è fatto prendere dal panico ed ha già dato il risultato: 2-1. Moratti, che non sa mai da che parte guardare quando c’è di mezzo la scaramanzia ( non a caso si presenta ad Appiano sempre con gli stessi rituali), ha sviato ogni discorso, rimandando al presidente juventino altre responsabilità.

Mourinho ha fatto la parte del gatto nero: “L’ultima volta che, nella mia carriera, ho sentito dire a un presidente che vinceva è stato per Porto-Benfica. Ed ha perso”. Si, se fosse un pugile questo sarebbe un colpo a suonare l’avversario. Meglio Mou di Ibra.  

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