Un continente che offre impensabili segnali di vitalità, ma che rischia di finire ancora una volta "sfruttato" dall'aggressività di un colonialismo senza scrupoli. Questa è l'Africa, nella quale si sta diffondendo a macchia d'olio l'interesse degli investitori cinesi. Una "partnership", qualla tra Paesi africani e Cina che, viste le diseguali condizioni economiche dei due contraenti, potrebbe finire molto male per i già depressi popoli africani. Eppure l'ottimismo ha animato il Forum economico sino-africano che si conclude domani a Sharm el Sheikh. E il presidente egiziano, Hosmi Mubarak, ne ha approfittato per lanciare un ennesimo appello alla riduzione del debito dei Paesi dell'Africa da parte delle grandi potenze (Cina inclusa). I paesi più avanzati, ha detto Mubarak, sono in grado di uscire già l'anno prossimo dalla crisi finanziaria globale, ma i Paesi in via di sviluppo avranno bisogno di più tempo. "I paesi ricchi - ha proseguito - sono dunque tenuti a mantenere il loro impegno per lo sviluppo e la lotta contro la povertà".
Il presidente egiziano, che con il premier cinese Wen Jiabao ha inaugurato stamani la Conferenza, si è felicitato per il volume di investimenti cinesi in Africa, che hanno raggiunto i 100 milioni di dollari in un anno, per poi chiedere assicurazioni alle grandi potenze sull'alleggerimento del debito dei Paesi del continente e "contributi ai loro programmi di sviluppo che attendono di essere applicati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.