Musica a San Siro: un tribunale rock ora alza il volume

Si mettano l’animo in pace, i residenti di zona San Siro. Un bis di troppo al termine di un concerto, e qualche decibel in più rispetto alla soglia fissata dai regolamenti comunali, non sono un reato penale. Così, ieri, il giudice della decima sezione penale del tribunale ha assolto Claudio Trotta, il promoter italiano di Bruce Springsteen accusato di disturbo della quiete pubblica e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, perché nel 2008 non fermò un concerto del Boss al Meazza che per 22 minuti aveva sforato l’orario di chiusura e aveva fatto un po’ troppo baccano. Allo stesso modo, ma in un altro processo, assolto anche Vittorio Quattrone, il manager che organizzò i concerti di Lenny Kravitz e dei Subsonica del 14 e 18 luglio di due anni fa all’Arena Civica.
Per il giudice, dunque, il fatto non è previsto dalla legge come reato, e ha deciso di trasmettere gli atti all’ufficio inquinamento acustico del settore politiche ambientali di Palazzo Marino, perché valuti eventuali illeciti amministrativi. E con l’assoluzione è anche caduta la richiesta dell’avvocato Gilberto Pagani, che rappresentava una quarantina di residenti della zona san Siro che si sono costituiti parte civile e hanno chiesto ognuno 3mila euro di risarcimento a carico del manager del Boss.
«Ovviamente sono contento per l’esito del processo - commenta Trotta fuori dall’aula -, ma resta il fatto che questa è una ferita non rimarginabile, perché è stato un processo contro la musica e contro il nostro lavoro». «Credo non finisca qui - aggiunge il manager - perché le problematiche sono ancora aperte, come hanno dimostrato il concerto dei Muse e l’opera sui Promessi Sposi, che si sono tenuti a San Siro nelle scorse settimane». Il problema, secondo il promoter, è che «il limite è di 78 decibel, ma dovrebbe essere almeno di 90, se si volesse rispettare la musica». Un invito, infine, rivolto proprio ai musicisti. «Ora mi auguro che gli artisti si sveglino, perché nessuno ha avuto il coraggio o sentito il dovere di dire una parola su cosa stava succedendo a me e a Quattrone».
Qualche parola in difesa sia di Trotta che di Quattrone, invece, l’aveva spesa Giovanni Terzi, assessore agli Eventi del Comune, tanto da candidarlo addirittura all’Ambrogino. E anche ieri, Terzi ha ribadito la propria soddisfazione per una sentenza che ha definito «storica». «I giudici - è il commento dell’assessore - si sono dimostrati dei “giudici rock”, perché grazie a una sentenza epocale non hanno voluto oscurare Milano.

Oggi si stabilisce che la musica non è rumore, e di conseguenza un concerto all’aria aperta non può essere equiparato al baccano che provoca in strada la movida». Il prossimo passo, secondo Terzi, è una «rinegoziazione dei regolamenti, e mi auguro che aiuti a creare un nuovo modo di pensare collettivo per far sì che i concerti a San Siro non abbiano limiti di decibel».

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