"Cercavano bolle d'aria per sopravvivere". Gli ultimi istanti delle vittime di Palermo

Il procuratore capo di Termini Imerese Ambrogio Cartosio in conferenza stampa sul naufragio del Bayesian: "Le sei vittime trovate nelle cabine sul lato di sinistra"

"Cercavano bolle d'aria per sopravvivere". Gli ultimi istanti delle vittime di Palermo
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Cinque delle sette vittime del naufragio del Bayesian "si sono rifugiate nelle cabine a sinistra del veliero, alla ricerca di bolle d'aria. I primi cinque corpi sono stati trovati nella prima cabina sul lato sinistro e l'ultimo corpo nella terza cabina sempre sul lato sinistro". Lo ha detto il procuratore capo di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, intervenendo in conferenza stampa sabato mattina. Al momento "l'inchiesta resta aperta contro ignoti per i reati di naufragio colposo e omicidio plurimo colposo", ha poi precisato.

"Affondamento repentino"

Da una prima ricostruzione sulla dinamica del naufragio risulta che il veliero è affondato in 16 minuti. Circostanza che è stata confermata anche dal procuratore Cartosio: "Gli eventi si sono sviluppati in pochi minuti, l'affondamento è stato repentino e improvviso. Dunque, sicuramente l'attività di indagine che si fonderà prima sul recupero e poi sull'accertamenti sul relitto ci permetterà di fornire delle risposte a quesiti al momento non conosciuti". L'equipaggio del Bayesian è riuscito a mettersi in salvo, mentre sei degli ospiti sono morti. "Le indagini si stanno concentrando anche su questo aspetto", ha puntualizzato il capo della Procura di Termini Imerese rispondendo alla domanda di un cronista sul perché il comandante non abbia salvato prima i passeggeri.

L'ipotesi dei portelloni aperti e il downburst

Non è ancora chiaro cosa abbia causato l'affondamento del Bayesian. L'ipotesi trapelata nelle scorse ore è che uno dei portelloni sia rimasto aperto, facilitando l'ingresso dell'acqua all'interno dello scafo. "Si tratta di elementi che non possiamo rivelare per il semplice motivo che si tratta di informazioni che necessitano di essere confermate dal successivo esame del relitto. Fornirle adesso potrebbe essere pregiudizievole ai fini della indagine", ha spiegato il pm Raffaele Cammarano, che indaga sul naufragio di Porticello. Quanto all'evento metereologico eccezionale che potrebbe aver causato la tragedia, non si è esclude che il veliero sia stato investito da un "piccolo downburst" e, dunque, non da una tromba d'aria marina. Riguardo alle autopsie, il pubblico ministero ha precisato che saranno eseguite "presto".

Il recupero dei dispersi

Per oltre tre giorni i sommozzatori dei vigili del fuoco si sono calati a 50 metri di profondità nel tentativo di recuperare le salme dei sei dispersi. "Lo scenario in cui ci siamo trovati a operare era non convenzionale, relativo a una imbarcazione affondata a una profondità di 50 metri. Le immersioni presentavano delle caratteristiche di tipo speleologico, gli operatori dovevano prestare attenzione sia alla profondità che alla presenza degli arredi che tendevano a fluttuare e ostruivano l'accesso e l'uscita", ha raccontato Giuseppe Petrone, il capo dei sommozzatori dei Vigili del fuoco, parlando delle ricerche. "Le difficoltà erano legate al fatto che le operazioni dovevano essere effettuate prestando attenzione ai dispositivi di sicurezza, non mettendo a rischio la propria incolumità", ha aggiunto.

L'inchiesta e gli avvisi di garanzia

Fino a questo momento si indaga contro ignoti. Ma la situazione potrebbe cambiare presto, come ha spiegato il Procuratore capo Ambrogio Cartosio. "Quando e se iscriveremo delle persone nel registro degli indagati non dipende esclusivamente dal recupero del veliero. Ci sono delle valutazioni che vanno fatte - ha detto - Qui non si tratta semplicemente di individuare i ruoli che i soggetti avevano nelle circostanze in questione, ma di individuare quali potrebbero essere i profili di colpa eventuali, negligenza o imprudenza etc, ma dobbiamo individuare quali profili di responsabilità sono stati violati. Qui le possibilità sono molteplici, ad esempio al solo comandante o a tutto l'equipaggio, o ai costruttori della nave, o ascrivibili a coloro che erano tenuti alla sorveglianza. Stiamo valutando". Quanto al recupero del relitto, Cartosio ha precisato che è "necessario per accertare le responsabilità".

L'ipotesi dell'errore umano

Gli inquirenti non escludono l'ipotesi dell'errore umano dietro la tragedia. "Si tratta di una tragedia gravissima, ancora più grave se dovesse essere accertato che sia stata determinata da comportamenti non corretti. Non escludiamo nulla", ha precisato il capo della Procura di Termini Imerese. Il comandante del veliero, sentito nei giorni scorsi, "è stato collaborativo".

Tuttavia "non c'è alcun obbligo per i membri dell'equipaggio di restare in Sicilia". Infine Cartosio ha espresso vicinanza ai familiari delle vittime: "Ci sentiamo vicini alle famiglie che hanno subìto questo lutto".

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