I petardi contro un'ambulanza: "A Napoli peggio che in guerra"

Per i volontari lavorare nella città partenopea è più difficile che districarsi nei luoghi di trincea, dove il personale e i mezzi di soccorso sono tutelati dalle convenzioni internazionali

I petardi contro un'ambulanza: "A Napoli peggio che in guerra"

Sono trascorsi solamente due giorni dall’arrivo del nuovo anno e già due episodi di violenza si sono consumati nei confronti del personale sanitario che opera negli ospedali di Napoli, provocando la reazione della Croce rossa. Una dottoressa è stata aggredita a bottigliate da un paziente nell’ospedale San Giovanni Bosco e un petardo è stato lanciato contro un’ambulanza in servizio nel quartiere di Barra. Nell'aprire lo sportello del mezzo di soccorso, un medico è stato investito da una deflagrazione causata da un fuoco d'artificio gettato da ignoti sotto il mezzo di soccorso. La paura è stata tanta e il rischio che l’ambulanza saltasse in aria era concreto.

La Croce rossa non ha dubbi: “Siamo messi peggio che nei territori di guerra”. Per i volontari lavorare nella città partenopea è più difficile che districarsi nei luoghi di trincea, dove perlomeno il personale e i mezzi di soccorso sono tutelati dalle convenzioni internazionali.

A Napoli questa protezione non c’è e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Sono state 105 le violenze registrate in tutto il 2019 ai danni di medici e infermieri (23 in più rispetto all'anno precedente). Tanti gli episodi di aggressioni alle donne avvenuti l’anno scorso ed “è raccapricciante aprire il nuovo anno, con un episodio di violenza proprio contro una donna", si legge sul profilo Facebook dell’associazione a tutela degli operatori sanitari “Nessuno tocchi Ippocrate”. La Croce rossa chiede da tempo l’installazione di telecamere a bordo delle ambulanze, poiché potrebbero funzionare da deterrente contro i malintenzionati. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha commentato: "Inaccettabili le aggressioni a chi ogni giorno si prende cura di noi. Bisogna approvare al più presto la norma, già votata al Senato, contro la violenza ai camici bianchi. Non si può aspettare".

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il quale, oltre ad esprimere la solidarietà nei confronti della dottoressa aggredita, ha fatto richiesta al prefetto e al ministero dell’Interno di un presidio fisso delle forze dell’ordine all’interno degli ospedali cittadini, questo per mettere gli operatori sanitari nelle condizioni di poter svolgere al meglio la loro delicata professione.

La Croce rossa insiste anche nell’opera di prevenzione, auspicando incontro con i cittadini, soprattutto nelle aree più a rischio della città, come i quartieri periferici.

Fa comunque presagire il peggio l’inizio del 2020. L’anno scorso la media annuale è stata di un’aggressione ogni tre giorni. Adesso ci sono stati due episodi violenti solo il primo gennaio e ciò preoccupa non poco i dirigenti delle Aziende sanitarie locali.

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