Cresce la fronda anti De Luca. E Letta ascolta gli intellettuali...

Dal Nazareno hanno fatto sapere che il segretario dem leggerà con attenzione la lettera degli intellettuali. Critiche a De Luca anche da parte di Fp Cisl

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca

Che i rapporti tra pezzi del Pd ed il governatore della Campania Vincenzo De Luca, che pure è un esponente dem di primo piano, non siano ottimi è cosa nota da tempo. Ma suscita un certo clamore la lettera aperta, pubblicata dal Corriere del Mezzogiorno, destinata ai vertici del partito ma che guarda alla classe dirigente campana.

A scriverla una pattuglia di intellettuali, docenti universitari e giornalisti che hanno messo nel mirino proprio De Luca. Tra questi figurano Giulio Sapelli, Isaia Sales, Aurelio Musi, Giuseppe Cantillo, Maurizio Braucci, Marco Plutino, Carlo Ianniello, Pietro Spirito, Luciano Brancaccio, Bernardo Tuccillo, Carlo Ianniello, Ugo Leone Massimiliano Amato, Luciana Libero, Luciano Pignataro, a Fausto Morrone ed ultima ad aver aderito la politologa Nadia Urbinati. "Cos'altro deve succedere perché da Roma interveniate?", è il succo del messaggio che i firmatati della lettera vorrebbero arrivasse al Nazareno. Soprattutto per stoppare l’idea del terzo mandato del governatore. Ora non sarebbe possibile una nuova ricandidatura ma lo stesso De Luca ha già annunciato di voler perseguire nel suo lavoro con una modifica alla legge regionale.

Il coraggio ai firmatari della missiva non manca. Tra l’altro l’iniziativa sarà presentata a Salerno, la città del governatore, il prossimo 17 marzo con un dibattito. Una sfida nella sfida.

"Da tempo non stiamo più in Italia ma in una sorta di repubblica autarchica dove vige la legge del padrone; un "odiatore seriale" che da anni offende tutti, a cominciare dal Partito a cui appartiene. Il tuo", hanno scritto gli intellettuali che poi hanno proseguito affermando: "Caro Letta, noi della Campania ti chiediamo di esprimerti con chiarezza se sei favorevole o contrario al terzo mandato del Presidente della Regione Campania, con legge ad personam; ma soprattutto ti chiediamo: come pensi di sostenere le ragioni del Sud e al tempo stesso tollerare questa deriva regional-sovranista, clientelare, familistica, affaristica, come anche i due intellettuali denunciano?".

I toni sono davvero aspri. Secondo i firmatari della lettera De Luca "è un problema" che il segretario dem conosce ma che ha "deciso di ignorare". Il motivo sarebbe quello legato al consenso. "Comprendiamo che è arduo- rilanciano- rinunciare alla mole di voti che il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è capace di coagulare, tra centro sinistra e destra. Ma forse dovresti chiederti a che prezzo, quanto costano questi voti ai cittadini campani ma anche alla credibilità del Partito democratico”.

Tra gli esempi del cosiddetto "deluchismo" i firmatari hanno citato l'ultimo scontro con il ministro della Cultura, Dario Franceschini. "È dei giorni scorsi l'ultima pochade, il "brodino della Cipollone", capo legislativo del Mic che ha avuto il torto di scrivere alcuni richiami sulla legge per la casa. Franceschini gli ha chiesto di rispondere ai rilievi e di chiedere scusa. Non ha fatto né l'uno né l'altro. Anzi, sta continuando ad insultare ministero e Sovrintendenze al solo scopo di varare una legge che consente altro scempio del paesaggio".

Quindi i firmatari chiedono a Letta dopo "gli insulti a Franceschini, a Draghi, a Bianchi e al mondo intero, cos'altro deve succedere perché da Roma interveniate?", In altre parole, per gli intellettuali il governatore ha tirato troppo la corda. De Luca ha superato il limite ed ora è giunto il tempo che dal Nazareno qualcuno intervenga per fermarlo. Ma l’analisi, molto dura, non finisce qui. "Noi crediamo che De Luca dovrebbe chiedere scusa non solo alla dirigente del Mic ma ai cittadini che pretende di governare fuori dalla legge, dalle mascherine alle scuole chiuse; e dovrebbe chiedere scusa ai campani che con la sua legge il paesaggio lo perderanno per sempre, come è avvenuto a Salerno con il Crescent", si legge ancora nella lettera.

Altro passaggio nel quale si elevano pesanti critiche al governatore riguarda la vicenda del Massimo napoletano, a cui Palazzo Santa Lucia ha tagliato 3 milione e 770 mila euro di fondi."Finanche la cultura paga dazio, con la massima istituzione napoletana come il San Carlo umiliata con tagli ai finanziamenti per colpire il direttore Lissner, senza minimamente pensare ai danni alla programmazione perché "chi mette i soldi decide"; o come la Scabec, società regionale spremuta come un limone e oggi con i dipendenti a spasso".

Ma i problemi riguardano anche il Pd e quanto avviene al suo interno: "Se la Campania piange, non è che dalle parti del Nazareno si possa gioire più di tanto", ha scritto gli intellettuali ricordando a Letta che da anni "il tuo Partito si tiene gli insulti e si volta dall'altra parte, da anni assiste a liste che si chiamano "De Luca Presidente" contro liste e candidati ufficiali del Pd". Una storia "annosa", secondo i firmatari, "che ha attraversato tutti i segretari, da Fassino, a D'Alema, a Bersani, a Renzi. Per quanto ci sforziamo, non riusciamo a capire perché una "forza progressista tranquilla" si tenga un campione di questa specie che ha tracimato tutti i princìpi della sinistra". Non è tutto.

Coloro che hanno avuto il coraggio di firmare la lettera hanno anche evidenziato che in Campania, Regione a guida dem, "sotto De Luca il partito è a pezzi, parvenze di segretari dirigono le segreterie locali, alle elezioni il simbolo non c'è, a Salerno è una segreteria personale di Piero De Luca (vicecapogruppo alla Camera del Pd). Il suo giovane amico Enzo Luciano, è oggi segretario del Pd salernitano e capostaff del sindaco con lauto stipendio. Non è proprio un bell'esempio per le migliaia di giovani che vanno via ogni anno per cercare lavoro. Che cosa gli stiamo dicendo, che basta essere un amico dei De Luca per trovarlo, o bisogna essere figlio di De Luca per vincere i concorsi all'Università?".

Gli intelettuali, poi, consigliano a Letta di leggere "Una profezia per l'Italia", libro di Ernesto Galli della Loggia e di Aldo Schiavone dove i due autori parlano del regionalismo ,"in particolare quello meridionale, come una catastrofe nazionale. Di questa catastrofe Vincenzo De Luca è la più macchiettistica espressione".

Secondo quanto denunciano i firmatari della lettera il cosiddetto modello Salerno esportato in Regione, è il tema che sarà al centro di dibattiti. I toni non si smorzano neanche nella parte conclusiva del documento. "Il tormentone di Crozza non fa più ridere. Un potere così malamente esercitato, non ci fa più ridere", ha scritto gli intellettuali.

L'appello a Letta è contemporaneamente una protesta e una forma di fiducia. L'attesa, però, non dovrebbe essere delusa. Bisogna agire ed in fretta. I firmatari della lettera, quindi, chiedono al segretario dem di esprimersi facendo chiarezza su alcuni punti: se è favorevole o contrario al terzo mandato del presidente della Regione Campania con legge ad personam e come pensa di sostenere le ragioni del Sud e al tempo stesso "di tollerare questa deriva regional-sovranista, clientelare, familistica, affaristica?".

Gli sviluppi

Il documento ha già sortito un primo effetto. Dal Nazareno hanno fatto sapere il segretario dem ha letto "con grande attenzione" l'appello e che si occuperà, per quanto gli compete e nei tempi opportuni, delle questioni sollevate. Al momento, però si sottolinea che il lavoro di Letta è incentrato soprattutto sui temi della guerra tra Russia ed Ucraina e sulle conseguenze per l’Italia.

Il segretario agirà anche se non subito. Ma la risposta è un primo segnale che qualcosa in casa Pd si stia muovendo. Le ultime bordate di De Luca hanno sancito una frattura, forse insanabile. E a riprova di tale ipotesi vi sono due elementi da non trascurare: sulle vicende Cipollone e San Carlo. la reazione del ministro Franceschini sono state immediate.

"La clessidra sta scorrendo", avrebbe affermato un esponente "lettiano" di Roma al Corriere del Mezzogiorno. "Rispetto al passato quando si guardava altrove- ha proseguito- ora lo sguardo si è posato sulla Campania". In realtà in molti sanno che se si deve agire lo si deve fare per tempo. Tra circa un anno si voterà per le Politiche e potrebbe sorgere il problema della compilazione delle liste.

Ma i guai per De Luca non finiscono qui. Perché anche la Fp Cisl è scesa in campo critiando aspramente il governatore. Il segretario campano, Lorenzo Medici, ha scritto: "Ci chiediamo se il presidente sia ancora nelle condizioni di governare da solo la terza regione d'Italia". Il sindacalista spiega che negli ultimi tempi ci sono state "troppe cose sbagliate nel settore della Sanità, a partire dal vaccino Sputnik "ordinato" in uno dei suoi esilaranti soliloqui, e per fortuna non arrivato in Italia grazie all'Unione Europea, per continuare con la spesa di 3 milioni per dotarci di tesserini, inutili anche per accertare il green pass al punto che dovrebbe dirci a cosa servono”.

Secondo Medici il governatore sta compiendo errori perché "continua a non incontrare chi rappresenta i

lavoratori, i pensionati e i cittadini, continua a non parlare con la stampa per evitare domande compromettenti, continua a restare chiuso nel suo dorato fortino. Da solo. A fare il presidente e il pluriassess ore".

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