Napoli, sgominata banda di borseggiatori. Usavano parole in codice

Le prede preferite erano i turisti stranieri. La Polfer ha fermato otto persone per associazione a delinquere

Napoli, sgominata banda di borseggiatori. Usavano parole in codice

Sgominata la banda di borseggiatori di piazza Garibaldi a Napoli. Gli agenti del Compartimento di Polizia Ferroviaria per la Campania, sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli, Settima Sezione, nella mattinata di oggi, mercoledì 11 dicembre, hanno eseguito un'ordinanza cautelare personale emessa presso il Tribunale di Napoli nei confronti di otto soggetti, accusati di associazione a delinquere, con il fine di commissione di furti aggravati. Le indagini della Polfer hanno portato a individuare una banda, consolidata e ben strutturata, formata dalle otto persone indagate.

La Circumvesuviana di Napoli nel mirino dei borseggiatori

Il gruppo si occupava di avvicinare gli ignari viaggiatori, sia italiani che stranieri, in arrivo o in partenza dalla stazione della Circumvesuviana Garibaldi di Napoli, per poi derubarli. Ognuno dei borseggiatori aveva un compito ben preciso all’interno dell’organizzazione e usavano comunicare tra loro attraverso delle parole in codice che solo i facenti parte della banda riuscivano a capire. Gli autori della truffa sarebbero due napoletani, Vincenzo Trinchella di 58 anni e Luciano Bottone di 57. Per loro si sono direttamente aperte le porte del carcere. Agli arresti domiciliari invece sono finiti il 57enne Ciro Barattolo, Mario Palumbo di 60 anni, Salvatore D’Angeli, 45, Vincenzo Di Paolo, 72, Nouradine Razibouine di anni 48 e il 41enne Mahadi Sidirachid.

Come agivano

La Questura ha emesso un comunicato stampa spiegando che, secondo gli inquirenti, Trinchella era addetto al controllo del territorio per evitare forze dell’ordine nelle vicinanze. Appena la strada era libera, il 58enne dava il via a procedere ai suoi complici che immediatamente accerchiavano e derubavano il povero turista, nel preciso momento in cui questi stava per salire sul convoglio. In men che non si dica, con un veloce passaggio di mano in mano, la refurtiva passava a un altro, che aveva la funzione di “appoggio”. Riprese video e intercettazioni telefoniche hanno permesso agli agenti di stanare e bloccare la banda, capace di dare vita a una fiorente attività criminale. La Polfer ha inoltre scoperto che i borseggiatori erano soliti usare tra loro un linguaggio codificato, parole in codice immediate e comprensibili solo a soggetti interni alla banda. Un vero e proprio idioma del borseggiatore, con neologismi dialettali relativi alla cosiddetta parlesia, linguaggio in uso alla malavita.

Le parole in codice

Ecco alcune terminologie usate e spiegate da Ilmattino.it. Fiorato starebbe a significare un furto andato a buon fine; le cartoline sono invece le carte di credito rubate; fiala è usata per identificare la banconota da cento euro. E ancora, il treno elettrico che corre viene chiamato ‘o currente; baitare starebbe a significare sorvegliare da vicino le vittime. Il portafogli è chiamato ‘o pantofolo. E poi ci sono anche parole particolari per riconoscere le forze dell’ordine: madama è la polizia, ‘a nera invece la squadra investigativa. Se poi si tratta della Polfer, per loro davvero pericolosa, questa viene denominata ‘a nerissima.

E poi non mancano anche i soprannomi per i poliziotti ormai conosciuti e tenuti d’occhio. Il gruppo ricorreva anche alla violenza per eliminare possibili ladri esterni alla banda e far capire loro che la zona era già occupata.

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