Omicidio Corrado, svolta dopo 30 anni: il sindacalista fu ucciso su ordine del clan D’Alessandro

Dietro al delitto di Sebastiano Corrado ci sarebbero tangenti non versate al clan D'Alessandro. Quattro persone iscritte nel registro degli indagati

Omicidio Corrado, svolta dopo 30 anni: il sindacalista fu ucciso su ordine del clan D’Alessandro

Dopo oltre 30 anni c’è stata una svolta nelle indagini sull’uccisione di Sebastiano Corrado, il consigliere comunale dell’allora Pds a Castellammare di Stabia e sindacalista della Uil sanità. L’uomo fu freddato l’11 marzo del 1992 su ordine del clan D’Alessandro.

A seguito delle indagini condotte dalla Dda napoletana, frutto dell'inchiesta riaperta un anno fa dopo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati con l'accusa di concorso in omicidio con l'aggravante di aver agevolato il clan che dominava, e domina ancora oggi, la città: Luigi D'Alessandro, detto Giginiello, 74enne al vertice del clan dopo la morte del boss, Catello Buonomo, 72 anni affiliato al gruppo criminale che aveva il compito di trattare "gli affari della consorteria nell'ambito della gestione affaristica dell'ospedale San Leonardo e della Usl 35", Gregorio Brunetti, 73enne ex sindacalista dell'Usl 35, e Ugo Lucchese, 60 anni affiliato al clan e presunto esecutore materiale del delitto insieme ad un’altra persona non ancora identificata.

Ricostruendo la vicenda i magistrati scrivono che il sindacalista "intascava lucrose tangenti per se stesso, in quanto aveva adottato la delibera n. 1118 del 30 novembre 1990 per frazionare in modo artificioso gli appalti affidandoli medianti ordini di servizio e quindi impedendo al clan di individuare gli appalti più rilevanti". In altre parole il clan non accettava che Corrado avesse intascato tangenti senza dividere le mazzette con la cosca.

Per la Dda un sindacalista della stessa Usl, il già citato Gregorio Brunetti, ebbe il compito di accompagnare il collega all'uscita dall'ospedale alle 14 in punto. Questo per agevolare il lavoro del killer. Corrado percorse pochi metri lungo viale Europa quando fu avvicinato dagli assassini in sella a una motocicletta e colpito a morte. Il sindacalista fu raggiunto da 5 colpi di pistola calibro 7,65 crollando su un marciapiede davanti a un negozio di parrucchiere in via Virgilio.

Come ricorda Repubblica, una settimana dopo il brutale omicidio scattarono i primi arresti per corruzione di dirigenti dell'Usl 35. Alla fine furono oltre 40 le persone indagate o arrestate per la vicenda tra funzionari pubblici, assessori e politici. Il quotidiano evidenzia che i magistrati napoletani confidarono che se Corrado non fosse stato ucciso sarebbe finito anche lui nell'inchiesta giudiziaria. Per il sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta a segnare il destino del sindacalista fu un atto a sua firma con cui stabilì di dividere gli appalti in modo da affidarli direttamente alle imprese edili, senza distribuire i soldi delle tangenti con il clan.

I quattro indagati dovranno presentarsi il

prossimo 20 aprile davanti ai magistrati della Dda per essere interrogati. A quel punto potranno chiarire la propria posizione in merito ad una storia che, dopo decenni, sta per essere ricostruita dal lavoro dell’Antimafia.

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