Una bomba realizzata in casa: chi c'è dietro l'esplosione del palazzo

Solo per un caso non ci furono morti e feriti, ma le forze dell’ordine avviarono le indagini per capire i motivi della deflagrazione

Una bomba realizzata in casa: chi c'è dietro l'esplosione del palazzo

Lo hanno arrestato per i reati di detenzione illegale di ordigni esplosivi e di crollo di costruzioni. Dopo un’indagine durata quattro mesi, i carabinieri hanno fermato un giovane di 23 anni di Arzano, in provincia di Napoli, che l’8 luglio scorso aveva provocato un’esplosione in un edificio di via Atellana. A causa dei danni l'intero palazzo fu evacuato a scopo precauzionale. L’uomo realizzava bombe rudimentali e botti illegali a casa sua, in maniera illegale, senza rispettare le più elementari norme di sicurezza.

Era piena estate quando il 23enne, mentre era intento a fabbricare l’esplosivo nel laboratorio del suo appartamento, commise un errore fatale facendo saltare in aria l’intero edificio. Solo per un caso non ci furono morti e feriti, ma le forze dell’ordine avviarono le indagini per capire i motivi dell’esplosione. L'onda d'urto fu così violenta che fu capace di abbattere di peso l'intera inferriata del balcone, facendola precipitare pericolosamente in strada. Anche la coppia che abitava nella casa maggiormente colpita, un'anziana e il figlio poco più che trentenne, uscirono fortunatamente illesi.

Gli investigatori, tra cui carabinieri e tecnici dei vigili del fuoco, pensarono in prima istanza ad una fuga di gas, per poi capire che i botti erano stati realizzati sul posto. I militari, successivamente, cominciarono ad ascoltare i residenti per capire le abitudini delle persone che abitavano nel palazzo e, attraverso verifiche incrociate sulle testimonianze raccolte, sono riusciti a individuare il giovane “bombarolo”.

Nei confronti del 23enne i militari della stazione di Arzano hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord. Le forze dell’ordine sono state coordinate dalla Procura della Repubblica.

A casa dell'indagato sono state trovate diverse bombe artigianali potentissime (probabilmente vendute come botti di Capodanno) che, secondo i carabinieri, venivano realizzate "in condizioni di assoluta precarietà per unione di componenti chimici estremamente instabili e, quindi, altamente pericolosi".

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