Scampia, famiglie vivono nella scuola: "Non abbiamo niente"

Un servizio di Striscia la notizia mostra il dramma di alcune famiglie con bambini costrette da anni a vivere in una scuola di Scampia, tra degrado e difficoltà quotidiane

Scampia, famiglie vivono nella scuola: "Non abbiamo niente"

C’è chi va a scuola per studiare e chi, invece, vive direttamente in un istituto perché non ha altri luoghi dove sistemarsi. Sembra una storia assurda ma è la triste realtà che Luca Abete, inviato di "Striscia la Notizia", ha scoperto nel quartiere di Scampia a Napoli.

Un blocco edilizio facente parte di un plesso scolastico è stato occupato abusivamente da alcune famiglie che, ormai da tempo, vivono all'interno di quelle che dovrebbero essere aule e corridoi di una scuola.

"Siamo 5 famiglie con molti bambini. Queste famiglie sono state messe qua dal Comune dicevano. Io sto da 10 anni. Prima questa era una scuola - racconta una residente - loro hanno costruito ognuno la propria abitazione". Poi aggiunge che "prima c’era mia cognata poi è andata via e sono venuta io al suo posto per non stare in mezzo alla strada". La donna spiega inoltre che di fronte al luogo dove vive "c’è la vera scuola dove va anche mia figlia".

Il problema è l’emergenza abitativa. Eppure anche questa situazione non è proprio l’ideale per le famiglie che vivono nella scuola. Perché la struttura ha dei seri problemi. "Sopra il tetto è rotto, perde acqua. Abbiamo aggiustato con i soldi nostri soldi", denuncia ancora la residente. Quest’ultima ha anche affermato che "era inagibile all’epoca, non puoi far stare le persone qua ma mai nessuno è venuto a chiudere dicendo che non possiamo stare qua".

Abete mostra che gli appartamenti sono stati ricavati accorpando più aule e murandone gli accessi. Per di più la residente spiega che inizialmente "c’era un bagno dove andavano tutte le famiglie dentro". Ora la situazione è cambiata tanto che ognuno ha il suo bagno.

Degrado e disperazione, però, la fanno da padrone. "Non teniamo niente. Dove ci andiamo a mettere? Sotto le fermate dei pullman. Noi teniamo due figli", afferma un’altra donna. Il problema è il lavoro che manca. La residente ammette che manca una occupazione che possa permettere di avere del denaro.

Per ora si riesce ad andare avanti con altri mezzi. "Campiamo con la cittadinanza, quello che ci passa lo Stato. Non tengo niente, niente. Vivo con mio marito e i miei figli", spiega la donna. Ma i soldi non bastano. "Dobbiamo aggiustare il cancello, ci possiamo trovare i topi sopra. Nessuno ci pensa qua dentro, siamo solo noi, ci dobbiamo servire tra di noi", ammette la residente disperata che si chiede: “Uno che campa con la cittadinanza a che deve pensare? Ad aggiustare la scuola o a mangiare?".

La donna fa sapere che se venisse offerto loro un lavoro la situazione non cambierebbe perché, a quel punto, non potrebbero più contare sul reddito di cittadinanza. Allo stesso tempo, però, sottolinea che le persone vorrebbero trovare una occupazione ma "il lavoro al nero non si può fare. Quindi dobbiamo campare così".

A problemi si aggiungo problemi. Perché non vi è solo la questione delle infiltrazioni d’acqua ma anche la pericolosità degli impianti elettrici, con allacci improvvisati e grovigli di fili decisamente pericolosi e non mancano principi di incendio, i cornicioni dell’edificio che sono crollati in più punti e i sotterranei completamente allagati da scarichi fognari. Abete, oltre a mostrare le immagini, parla di un cattivo odore che si sente in maniera molto forte.

Quella che doveva essere una sistemazione di fortuna si è trasformata per molte persone in una casa a tutti gli effetti per chi ci è nato. Tra tanto disastro c'è chi riesce comunque ad essere felice. È il caso del piccolo Vitale che, nonostante tutto, mostra con orgoglio all’inviato di "Striscia" il suo appartamento. Ma andare avanti così è dura.

Abete ha parlato di questa difficile realtà con l’assessore all’Istruzione e alla Famiglia, Maria Filippone. "Questa amministrazione non intende trascurare queste situazioni", ha garantito l’assessore che, però, ha ammesso che di alloggi popolari liberi in questo momento non ce ne sono.

Inoltre, la Filippone ha spiegato che "non abbiamo una graduatoria perché non esiste traccia. È una situazione che si è un po’ incancrenita nel tempo. Il Comune di Napoli se ne occuperà". Le famiglie che vivono nella scuola aspettano risposte concrete. E in tempi brevi.

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