È finito in manette con un’accusa pesantissima un uomo di 41 anni di Melito, nel Napoletano, che avrebbe violentato la figlia minorenne della compagna. Ad eseguire l’arresto sono stati gli agenti del commissariato di polizia di Scampia, su un provvedimento di custodia cautelare emesso dal Tribunale del Riesame e confermato dalla Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato dall'indagato. È stata la ragazzina stessa ad incastrare il suo molestatore, raccontando ad una professoressa le violenze sessuali subite. L’insegnante ha prontamente avvisato la madre della minorenne e le forze dell’ordine. A quel punto sono scattate le indagini che hanno portato all’arresto del 41enne.
Nella giornata di ieri un altro fermo dei poliziotti per violenza sessuale nei confronti di un sacerdote di Ercolano, sempre in provincia di Napoli. Il prete è stato arrestato dalla polizia, con l’accusa di violenza sessuale aggravata, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli. Don Girolamo avrebbe, secondo gli inquirenti, approfittato del suo ruolo molestando una persona disabile, affetta da disturbi psichici.
Le indagini sono andate avanti per mesi, fino a quando le forze dell’ordine, sulla base delle prove in loro possesso, hanno fatto scattare le manette ai polsi del sacerdote. Il mese scorso, nel Casertano, dopo essere stato arrestato, un prete di Trentola Ducenta, don Michele Mottola, confessò di aver abusato di una bambina minorenne di 11 anni. Ad incastrare il sacerdote fu la stessa bambina, che registrò con il suo telefonino gli incontri con il prete avvenuti nella parrocchia, un elemento che ha permesso alla Procura di arrestare don Michele. Frasi choccanti, ascoltate anche dal vescovo di Aversa Spinillo alcuni mesi fa, che subito sospese il parroco.
La vicenda era stata segnalata al vescovo da un gruppo di fedeli della parrocchia, che avevano accompagnato la mamma della ragazza presso gli uffici della Curia vescovile per raccontare i fatti. Il cerchio si chiuse con l'incidente probatorio, l'udienza che si svolge in camera di consiglio senza la presenza del pubblico, che ha mise vittima e carnefice uno di fronte all'altro; la bambina confermò che gli abusi andavano avanti da tempo, mentre don Michele, in un primo momento, si difese asserendo che la minore stava diceva bugie. Poi il crollo nel corso dell’interrogatorio.
Il sacerdote chiese scusa alla bambina e alla famiglia. “Spero riescano a perdonarmi.
Ho intrapreso un percorso spirituale. Mi affido alla giustizia divina e terrena. Sono colpevole”. Furono queste le parole di don Michele, finito sotto i riflettori anche perché oggetto di una puntata della trasmissione Mediaset Le Iene.
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