Napolitano avverte: sulla Finanziaria no a intese a ogni costo

Anna Maria Greco

da Roma

La rissosità politica pesa negativamente sulla nostra economia, non aiuta la ripresa che ha invece bisogno di un «messaggio di fiducia». Giorgio Napolitano lancia un nuovo invito al dialogo tra maggioranza e opposizione. Non rinuncia a ripeterlo, «nonostante le difficoltà e le incomprensioni». Per il Presidente della Repubblica, «un maggior confronto, rispetto reciproco e ponderazione non potrebbero che giovare al confronto tra gli schieramenti contrapposti». Toni meno accesi, dunque, e un dibattito dal clima più sereno anche per garantire «un’immagine di stabilità e affidabilità» del sistema-Italia, in un momento delicato. Perché i «segnali di ripresa si sono consolidati forse al di là delle attese», con il Pil che torna a crescere insieme agli investimenti e l’export che recupera. Ma anche «molte nostre debolezze tuttora persistono».
Nell’intervento alla cerimonia per la consegna delle insegne di Cavaliere del Lavoro, Napolitano avverte però che dialogo non vuol dire inciucio, soprattutto quando si tratta di Finanziaria. «Nella democrazia dell’alternanza - dice il capo dello Stato - non si possono auspicare confusioni tra approcci e indirizzi inconciliabili, compromessi confusi, intese ad ogni costo: specialmente sul terreno della politica di bilancio, nella quale si esprimono le principali discriminanti» tra le varie forze politiche. Si riferisce al dibattito parlamentare sulla manovra, anche se precisa che su questo non gli compete «alcun giudizio». Quello del Quirinale è un richiamo alle responsabilità della politica, nella convinzione che «il mondo dell’impresa e del lavoro si attenda prove di lungimiranza e di spirito costruttivo, nel comune interesse del Paese».
«È un Presidente di grande saggezza - si associa il numero uno della Camera, Franco Marini -. Abbassare i toni e mettere al centro, qualche volta, l’interesse generale del Paese superando anche le forti contrapposizioni». Mentre il leader di Fi, Silvio Berlusconi, commenta così l’invito del Quirinale: «Siamo noi a chiedere alla sinistra di moderare le tasse».
Nel salone dei Corazzieri del Quirinale siedono, per la prima volta in un’unica cerimonia, imprenditori premiati come Cavalieri del lavoro e i più bravi studenti d’Italia ai quali va il riconoscimento di Alfieri del lavoro. Vuole essere un incoraggiamento alle nuove generazioni che, con le vecchie, lavoreranno per lo sviluppo. Per il miglioramento nel settore industriale Napolitano porta l’esempio della Fiat, che «in pochissimo tempo è riuscita a passare da una situazione ritenuta quasi disperata ad un’espansione record». Ed elogia i tanti imprenditori che hanno capito che «arroccarsi in difesa, chiedendo aiuti e protezioni allo Stato» è una «risposta perdente».

Ma gli ostacoli ci sono, eccome. Soprattutto nel Mezzogiorno, dove dilagano economia sommersa e lavoro nero. Anche per questo, secondo Napolitano, lo scontro tra i poli politici deve trasformarsi in un confronto sereno.

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