Napolitano: l’Europa si prepari per le operazioni di pace Onu

In Germania per la prima visita ufficiale. «L’Ue deve fare di più, le Nazioni Unite devono poter contare su di noi»

Salvo Mazzolini

da Berlino

Mentre alla Camera è in corso il dibattito sulle missioni di pace che rischia di aggravare le divisioni in politica estera all'interno della maggioranza di centrosinistra, durante la sua visita a Berlino Giorgio Napolitano ha assunto una posizione chiara e netta sul ruolo dell'Europa e dell'Italia per porre fine alle violenze in Medio Oriente e si è dichiarato favorevole a una nostra partecipazione alla forza di stabilizzazione annunciata dal Segretario generale delle Nazioni Unite in Libano.
La visita a Berlino di Napolitano è durata solo poche ore. Arrivo in tarda mattinata al castello di Bellvue, il Quirinale tedesco dove Napolitano è stato salutato con gli onori militari, colloquio di un'ora con il presidente Horst Köhler, dichiarazione alla stampa dei due presidenti, colazione e partenza già nel primo pomeriggio. Ma è stata una visita piena di significato perché era la prima visita ufficiale all'estero del capo dello Stato e la scelta è caduta sulla Germania: Paese con il quale l'Italia è tradizionalmente impegnata in una stretta collaborazione per la costruzione di un'Europa unita sul piano politico e capace di far sentire la sua voce sulla scena internazionale.
E infatti ai temi legati all'integrazione europea è stato dedicato gran parte del colloquio che Napolitano ha avuto con il suo omolologo tedesco registrando una piena identità di vedute. Köhler e Napolitano concordano sia sulla necessità di continuare il processo di ratifica della Costituzione europea, sia sulla necessità di nuove iniziative per avvicinare le istituzioni comunitarie ai cittadini e per «promuovere più dialogo tra gli europei dei vari Paesi».
Ma i tragici avvenimenti in Medio Oriente hanno spostato l'attenzione su ciò che l'Europa deve fare per porre fine ai combattimenti. «L'Unione europea - ha detto Napolitano - deve fare di più di quanto ha fatto in passato davanti alla assai grave crisi mediorientale e ai suoi recenti sviluppi sanguinosi. Con il presidente Köhler abbiamo convenuto sulla necessità di porre un termine alle violenze e di prepararci a dare il nostro contributo alla missione che è stata annunciata dal segretario generale delle Nazioni Unite in Libano». Quindi un sì chiaro e netto del Quirinale a una nostra partecipazione alla forza di stabilizzazione che sotto l'egida dell'Onu dovrebbe essere inviata ai confini tra Israele e Libano del sud.
«Le Nazioni Unite - ha concluso Napolitano - debbono poter contare per questa azione sul contributo dell'Europa». Parole rivolte all'Europa perché svolga un ruolo più attivo in una regione che si sta trasformando in una polveriera incontrollabile.

Ma parole indirettamente rivolte anche a quei settori radicali della maggioranza governativa che si oppongono alle missioni di pace con il rischio di spingere l'Italia ai margini della scena internazionale annullando ciò che il nostro Paese ha fatto negli ultimi anni in varie parti del mondo per spegnere i grandi focolai di guerra, di terrorismo e di tensioni.

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