Nasce il cremino al gusto zafferano

Un «boccone» di cacao con il cuore di oro giallo a due o tre strati

Per questo Natale, il Leprotto si è fatto (ancora più) goloso. Il brand d'eccellenza dello zafferano ha trovato un partner quale Gobino, specialista nel cioccolato di alta qualità.

Ne è nato un cremino a tre strati con ripieno di «oro giallo», in due varietà (Argento e Oro), in vendita presso la Bottega Gobino, in corso Garibaldi 39 a Milano. Per la cronaca, quello Argento prevede due bei strati di cioccolato gianduja che racchiudono il ripieno allo zafferano a base di Nocciola Piemonte IGP mentre quello Oro ha un ripieno con note di zafferano più intense, che viene bilanciato dal carattere deciso di un fondente morbido con un'alta percentuale di cacao. È la conferma che Leprotto riesce a essere sempre al passo con i tempi, nonostante (in realtà, è un vantaggio) vanti una storicità importante. Infatti, la prima bustina di Zafferano Leprotto venne confezionata a Milano non poteva essere diversamente - nel 1963: un prodotto di alta qualità per un marchio che nel pieno boom economico generò subito simpatia, grazie al Leprotto goloso che si lecca i baffi davanti ad un piatto di risotto giallo. Tanta allegria e gioia per la buona tavola: oggi come ieri, il Leprotto viene confezionato con uno zafferano di qualità superiore e proprietà organolettiche molto decise: polvere di colore rosso vivo, sapore accentuato e profumo intenso che si percepisce non appena si apre la bustina da 0,16 grammi Non a caso sulle confezioni compare sempre la dicitura «sapore deciso». Se il prodotto non è cambiato nel tempo, è mutato il «metodo» visto che Leprotto ha investito molto sulla tecnologia: un laboratorio interno di analisi e ricerca sullo zafferano, processi lavorativi per garantire il rispetto della materia prima, controllo costante sulla qualità. Il consumatore può stare assolutamente tranquillo e bearsi del tocco in più che lo zafferano regala a una ricetta (e non solo al risotto, si possono fare un sacco di piatti interessanti). Per la cronaca, contrariamente a quanto pensano molti, la polvere è preferibile ai fili per cucinare, perché ha colore e sapore uniformi, si scioglie più facilmente, si dosa con comodità e maggiore precisione.

E a parità di peso, la polvere ha una resa

maggiore: in cinque minuti di cottura la polvere colora ben quattro volte in più rispetto al filo e regala un sapore due volte maggiore. Inoltre, grazie alla confezione, conserva più a lungo le sue proprietà organolettiche.

mb

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