Saldi anticipati, con prezzi scontati dal 25 al 50%, negozi aperti la domenica, maggiore oculatezza negli ordini. Chissà se queste iniziative serviranno ai negozianti milanesi per arginare le perdite di un Natale 2008 che, già alla seconda settimana di shopping, si annuncia difficile. Il pessimismo viene dagli stessi esercenti meneghini, che in questo inverno 2008 coinvolge il 43% delle imprese contro il 39% dell'anno scorso. Prevedono vendite in diminuzione e riduzione del volume di affari per l'ultimo trimestre dell'anno in 43 commercianti su 100, anche se la maggioranza di loro (57%) si attende un andamento stabile o in aumento rispetto al trimestre precedente. A tastare il polso della situazione, l'indagine congiunturale sul settore commercio relativa al terzo trimestre 2008 e con le previsioni per il quarto elaborata dal servizio studi della Camera di commercio di Milano.
Vendite in diminuzione si prevedono soprattutto per gli alimentari (47 su 100), mentre i negozi che trattano articoli non alimentari sono i più pessimisti sull'andamento del volume di affari, con addirittura 49 commercianti su 100 che si aspettano un calo di fatturato. Potendo contare su minori spese di personale, va un po' meglio alle attività più piccole, quelle con meno di dieci addetti, dove si prevede un calo delle vendite «solo» del 41%, mentre per il volume d'affari le perdite si riducono al 39%. Più penalizzati, almeno nelle attese, le imprese più grandi, fino a 200 dipendenti, dove per entrambe le voci si parla di un calo del 50 per cento.
«Noi prevediamo una diminuzione delle vendite del 15 per cento - dice Gianfranco Morelli, titolare di un negozio di abbigliamento femminile in zona Fiera - Un po' ci sta aiutando il fatto di avere anticipato i saldi e anche l'avere ridotto gli ordini proprio in vista di questo calo, ma ci rendiamo conto che sono solo palliativi che non salvano la situazione». E anche sugli alimentari le cose non vanno meglio. «Negli anni passati - spiega Oliviero Gori, che ha una macelleria nella zona della Stazione - in questo periodo avevamo già iniziato a ricevere le prenotazioni per il pranzo di Natale. Quest'anno la gente ancora aspetta e prevediamo che subiremo un calo di circa il 10% rispetto all'anno scorso».
Leggerissimo ottimismo, anche se non sufficiente a fugare le paure, viene dalla lieve ripresa dei consumi registrata a novembre rispetto al mese precedente e dal fatto che in momenti di crisi le previsioni possono essere soggette, più che nei periodi di normalità, a cambiamenti anche improvvisi.
«Trovare le soluzioni più efficaci per riavviare i consumi - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano -, in particolare in questo periodo festivo e a fronte di momenti di crisi, diventa ancora più importante perché rappresenta un elemento decisivo nel bilancio delle piccole imprese commerciali.
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