È nato un genio, McIlroy a 19 anni è già il «re» di Dubai

Se vogliamo la notizia era annunciata, era dietro l’angolo, solo questione di tempo perché venisse ufficializzata. Parlo del primo successo sul Tour europeo di Rory McIlroy, il diciannovenne nordirlandese catapultatosi sul circuito a fine 2007 e che solo dopo due tornei aveva già «guadagnato» abbastanza per ottenere la carta per giocare tra i grandi. Nella terza prova del cosiddetto «Desert Swing», il Dubai Desert Classic, giunto alla sua ventesima edizione, il ragazzino di Holywood ha dominato dall’inizio alla fine un torneo che vedeva in campo la crema del golf internazionale.
Che McIlroy fosse un golfista «particolare» lo si sapeva, e non da ieri. Il suo curriculum da dilettante è di quelli da far paura: campione mondiale under «10 anni» e poi via via vincitore dei massimi tornei dilettantistici di Gran Bretagna ed Irlanda, fino al titolo europeo assoluto vinto proprio da noi a Biella - nel 2007 -, alla presenza in Walker Cup ed in coppa del Mondo. Ora con il successo a Dubai è divenuto il più giovane vincitore sul Tour europeo dopo Sergio Garcia quando 10 anni fa vinse il German Masters.
E proprio a Sergio Garcia può essere paragonato Rory: stesso entusiamo, stessa carica giovanile, stesso carisma a prima vista per chiunque lo veda all’opera in campo. Un esempio per i giovani che vogliono intraprendere la carriera di professionisti di torneo, un esempio che anche i nostri giovani - penso a Lorenzo Gagli e Federico Colombo, che hanno appena conquistato la carta per il tour - dovrebbero prendere a modello.
Dopo appena un anno e mezzo da professionista Rory era già entrato tra i primi 50 del world ranking: ora con il successo a Dubai è salito addirittura al 16° posto ed è secondo, alle spalle proprio di Garcia, nell’ordine di merito europeo. Le porte del Grande Slam e dei World championship sono ora spalancate per questo «ragazzino» che sul percorso dell’Emirates Golf Club ha dimostrato di essere grande ma anche, lo ripeto, «ragazzino» quando, con 5 colpi di vantaggio a tre buche dal termine ha «sentito» la gara, ha sbagliato forse strategia - cosa più che normale alla sua età ed in simile frangente - ed ha sofferto come mai prima, mettendo a repentaglio un successo che sembrava già in tasca.
Un paio di colpi sbagliati, una tensione incredibile e un Justin Rose ben più smaliziato hanno costretto Rory a soffrire fino sull’ultimo green dove, grazie a un rocambolesco par, è riuscito poi a vincere con un solo colpo di vantaggio. I fantasmi di due playoff persi nel 2008 sono all’improvviso riemersi, ma stavolta l’angioletto irlandese ha stretto i denti e la classe ha fatto il resto.
Spesso a golf si dice che basta «rompere il ghiaccio», vincere il primo torneo per poi avere la strada spianata almeno sul piano psicologico. Direi che parlando di McIlroy questo principio è una certezza: questo primo successo, in un torneo che vedeva in campo Garcia, Montgomerie, Casey, Carlsson, Stenson e tanti altri vincitori di titoli importanti vale per il giovane irlandese ben più dei 325mila euro vinti. È una sorta di viatico verso successi sempre più eclatanti.

Alle spalle del vincitore, come detto, un ottimo Justin Rose, distaccato di un colpo, mentre a due lunghezze è terminato il campione uscente, lo svedese Stenson, davanti a Casey, Carlsson e Kaymer. Settimo Jimenez, 11° Garcia, 13° Montgomerie.

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