"La natura è un puzzle e io lo risolvo leggendo gli alberi"

Gooley, britannico classe 1973, è uno scrittore a dir poco avventuroso

"La natura è un puzzle e io lo risolvo leggendo gli alberi"
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Leggere gli alberi (Altrecose, pagg. 320, euro 20) è un'arte e Tristan Gooley (nella foto di Jim Holden) ce la insegna passo dopo passo. Perché ciò che innanzitutto serve per apprenderla è uscire e camminare: gli alberi sono ovunque, e i fiori di magnolia spuntano anche in una mattina grigiastra fra i palazzoni della periferia sud di Milano... Gooley, britannico classe 1973, è uno scrittore a dir poco avventuroso: è l'unica persona vivente ad avere attraversato l'Atlantico in solitaria sia in volo, sia per mare, ha testato l'antico metodo di navigazione dei vichinghi («dalla Scozia al Circolo Polare Artico, sulla mia imbarcazione, ho incontrato soprattutto uccelli, delfini, meduse, spazzatura e nuvole e provato che contare gli uccelli aiuta davvero a misurare la distanza dalla terraferma»), è stato nel Borneo a camminare con i Dayak («lì ho scoperto che certi frutti particolarmente buoni sono un segno della vicinanza ai villaggi, perché non riescono a crescere nel folto della foresta pluviale») e ha sperimentato i metodi di orientamento naturale nel Sahara libico, attraversandolo per un centinaio di miglia con i Tuareg («È stato estenuante, ogni giorno le mie calze erano insanguinate e la lingua era un ostacolo difficilissimo»). Ma a un certo punto, dopo venticinque anni di viaggi estremi, Gooley era «frustrato»: «I miei itinerari diventavano sempre più ambiziosi ma, non per questo, più soddisfacenti. E allora ho tentato una strada diversa: immergermi nella natura circostante. Così mi sono interessato agli alberi, che sono dappertutto».

Ora, un tipo come Gooley non poteva accontentarsi di guardare gli alberi come chiunque di noi. «Ho scoperto che utilizzare l'astronomia per orientarci non è altrettanto magico che rivolgerci agli alberi: essi sono l'anello di congiunzione fra cielo e terra e hanno memoria di tutto ciò che è accaduto intorno a loro, piogge, sole, nuvole, venti...». Insomma gli alberi sono «mappe» che, lette con l'arte che Gooley ci insegna in questa sua bellissima «guida per capirli, dalle radici alle foglie», ci indicano se nelle vicinanze ci sia un corso d'acqua, a quale altitudine ci troviamo, se siamo nei pressi di una città, se stia per arrivare il maltempo. Basta combinare i dettagli, a partire dal principio che «non esiste un albero identico a un altro»: ed è proprio analizzando le singole diversità («su tutte: l'asimmetria, unica per ciascuno») che Gooley è in grado di ricostruire il puzzle della natura che ci circonda. Infatti la Bbc lo ha soprannominato lo «Sherlock Holmes della natura». Soprattutto, in questo modo «facciamo esercitare il nostro cervello per ciò a cui è destinato: la natura è importante e va guardata, non guardiamo solo gli schermi...

Quando osservo il paesaggio e ricostruisco il suo puzzle, tutta la giungla che di solito riempie la mia testa si dissipa, e mi sento concentrato - dice Gooley - È come una porta segreta che mi permette di fermarmi, svuotare la mente e trovare una soluzione. Qualcosa che fa veramente bene».

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