È colpa delle batterie? Nel tremendo e tragico incidente di Mestre, che ha causato la morte di 21 persone, sono finite subito sul banco degli indiziati. Il bus dell'azienda cinese Yutong era il modello E12, diciotto tonnellate e mezzo di stazza con batterie di tipo FLP da 422,87 kWh e raffreddate a liquido. Ma cosa vuol dire LFP? Proviamo a fare chiarezza.
Partiamo innanzitutto dal dire una cosa: i veicoli elettrici non sono maggiormente soggetti a incendi. Infatti, secondo uno studio del National Fire Protection Association, il rischio di incendio è 64 volte inferiore rispetto alle vetture con motore endotermico. È vero invece che quando una batteria prende fuoco è più difficile da spegnere, seppur la propagazione dell'incendio sia più lenta. A volte è necessario monitorare fino a 48 ore la batteria per scongiurare la riattivazione della combustione.
Da non sottovalutare poi il cosiddetto "thermal runaway", una fuga termica che si alimenta in maniera autonoma quando vi è un eccessivo aumento della temperatura, provocando l’incendio dell’elettrolita liquido che di per sé è molto infiammabile. E cosa può innescare questo tipo di esplosione? Tra le cause ci possono essere un cortocircuito interno o esterno provocato per esempio da un incidente o da un forte impatto meccanico, come per esempio una caduta da grande altezza. L'impatto può così deformare la batteria esternamente o anche internamente così da rompere il separatore (una sorta di filtro) tra anodo e catodo. Quando i due terminali si toccano, ecco che avviene il corto circuito interno a cui l’elettronica di sicurezza non può pore rimedio. Ecco dunque che il calore aumenta sempre di più fino a incontrare l’effetto Thermal Runaway. Il procuratore di Mestre, Bruno Cherchi, ha affermato che "non risultano particolari fiamme o un incendio in senso tecnico del bus precipitato, ma che c'è stata una fuoriuscita di gas dalle batterie di litio su cui stiamo facendo accertamenti". Ecco dunque perché l'ipotesi del Thermal Runaway non è da escludere.
Detto questo, cosa vuol dire LFP?
L'acronimo indicata la composizione della batteria, in questo caso litio-ferro-fosfato. Ma sul mercato ci sono altri tipi di batterie, come quelle NMC (nichel-manganese-cobalto) e NCA (nichel-cobalto-ossido di alluminio).
Le batterie LFP in teoria rispetto alle altre sono quelle sono più resistenti e meno suscettibili a problemi di surriscaldamento. Una variante delle LFP, ancora più sicura, è quella che monta l'architettura Blade e che se viene perforata non esplode.
Le batterie NMC sono meno sicure delle LFP perché presentano un rischio maggiore di fuga termica in caso di sinistro anche se hanno prestazioni in termini di densità energetica e accumulo.
C'è un video in cui si vede un test di penetrazione effettuato su una batteria NCM che
esplode e si incendia nel giro di tre secondi e su una LFP con architettura Blade che invece rimane stabile, non esplode e non si incendia. Le LFP invece si perforano ma sono meno soggette a incendio rispetto alle NMC.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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