Cari figli di Silvio, non lasciate oltraggiare vostro padre pure da morto

La lettera del critico d'arte e parlamentare agli eredi del Cav

Un primo piano di Silvio Berlusconi
Un primo piano di Silvio Berlusconi
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Cari Marina, Piersilvio, Eleonora, Barbara e Luigi, cari figli, e caro Paolo,

non scrivo per lamentare che non abbiate risposto al mio video messaggio sulla necessità di una Commissione parlamentare d’inchiesta per accertare la natura delle indagini giudiziarie su vostro padre, fin dalla prima: l’avviso di garanzia a Napoli, che si consumò nel nulla ma che portò alla caduta del primo governo Berlusconi. Esse sembrano aver avuto più un intendimento politico che giudiziario, a guardarle bene, tutte, fino alla più grave sui rapporti con la mafia, iniziata, archiviata, riproposta, rigenerata, con finti pentiti e finti testimoni. L’onore di vostro padre, e anche il mio, e di tutti gli esponenti di Forza Italia, è stato offeso dall’insistente riferimento alle origini mafiose di Forza Italia, ribadite in diverse affermazioni e dichiarazioni di magistrati, con il peccato originale dell’assunzione di Vittorio Mangano, e con le ricorrenti insinuazioni sulle bombe di Firenze. Potevate contare sull’oblio, con il distacco di chi pensa che, con la morte, tutto finisca: il male e il bene. Ma adesso credo che questo atteggiamento non possiate permettervelo, e con voi tutta Forza Italia.

Il processo per mafia, il più osceno, continua per interposta persona, e riguarda, anche nell’aldilà, vostro padre. La perquisizione della casa e dell’ufficio di Dell’Utri, indagato con la moglie da procuratori di cui si conosce la visione e la propensione ai teoremi, è una proroga di indagini che, senza pudore, legano l’attentato a Maurizio Costanzo, le bombe a Firenze, Milano, Roma all’obiettivo di «diffondere il panico e la paura tra cittadini in modo da favorire l’affermazione del progetto politico di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri... nel quadro di un accordo, consistito nello scambio tra l’effettuazione, prima, da parte di Cosa nostra, di stragi, e poi, a seguito del favorevole risultato elettorale ottenuto da Berlusconi, a fronte della promessa, da parte di Dell’Utri, che era il tramite di Berlusconi, di indirizzare la politica legislativa del governo verso provvedimenti favorevoli a Cosa nostra in tema di trattamento carcerario, di collaboratori di giustizia e sequestro di patrimoni, ricevendo altresì da Cosa nostra l’appoggio elettorale per le elezioni politiche del marzo ‘94».

In realtà queste posizioni, nel pieno rispetto della Costituzione, erano sostenute anche da Pannella, dai radicali, da me stesso e Tiziana Maiolo che fummo indagati per associazione mafiosa in Calabria, soltanto per le nostre posizioni politiche.

Conosco quindi bene la storia, e sono certo che una commissione parlamentare accerterebbe la vera natura di queste inchieste. Anche l’attuale provvedimento contro Dell’Utri, colpevole per definizione, investe il suo «ruolo di trait d’union tra il Cavaliere e la criminalità mafiosa dal 1974 al 1992 che è risultato far ricorso alle sue conoscenze mafiose per alimentare la nascita di Forza Italia». Un teorema che riguarda quarant’anni di rapporti tra Dell’Utri e vostro padre. Oggi, invece di archiviare inchieste fantasiose, più adatte a sceneggiature cinematografiche, si interpretano anche le indicazioni testamentarie come prove a danno di Berlusconi, loro ossessione, in quanto «le erogazioni costituiscono una contropartita a beneficio di dell’Utri per le condanne patite e il suo silenzio nei processi penali che lo hanno visto e lo vedono coinvolto». Non è accettabile. L’unico reato è la sistematica diffamazione da parte dei magistrati. Proprio per difendere l’impresa più appassionata e storicamente meritoria di vostro padre, che è stata Forza Italia, occorre reagire e resistere contro una aggressione politica, attraverso l’azione giudiziaria, con l’unica risposta politica, nella difesa dell’autonomia dei poteri in una democrazia reale, che è l’istituzione della commissione parlamentare per verificare la legittimità e il fondamento delle inchieste giudiziarie. Non c’è altro futuro per Forza Italia, e per chine ha ereditato lo spirito e i valori.

Vostro padre è stato un campione di resistenza. Cercate di essere degni di lui.

Fatelo con lui e per lui. Non lasciatelo oltraggiare anche da morto.

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