La difesa di Stasi: "Non chiederemo revisione del processo sull'onda mediatica"

"Non c’è fretta, Alberto la pena l’ha già praticamente scontata", ha detto l'avvocato Giada Bocellari che assiste Alberto Stasi

La difesa di Stasi: "Non chiederemo revisione del processo sull'onda mediatica"
00:00 00:00

Dopo la riapertura del caso sul delitto di Garlasco, con la Procura di Pavia che ha iscritto un nuovo nome nel registro degli indagati (quello di Andrea Sempio), oggi si fanno sentire gli avvocati di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara Poggi, che sta scontando una condanna a sedici anni di carcere. "Al momento noi non faremo un’istanza di revisione del processo sull’onda mediatica, non abbiamo fretta di fare cose eclatanti, non si tratta ormai di tirare fuori qualcuno di galera, perché Alberto la pena l’ha già praticamente scontata". L'ha chiarito l’avvocata Giada Bocellari, che assiste Stasi e che ha precisato che l’istanza di revisione "la faremo prima o poi", quando "avremo gli esiti della consulenza dei pm" di Pavia sulle tracce genetiche, che sarebbero riconducibili a Sempio, ma "ora attendiamo" le nuove indagini. Niente fretta, dunque, ma attesa delle novità. L’avvocato, inoltre, invita i media ad essere "garantisti con Sempio, cosa non fatta con Stasi".

I familiari di Chiara: "Un calvario che si riapre"

"Un calvario che si riapre, dopo diciotto anni sia io che mia moglie che nostro figlio pensavamo che fosse finita. Finita-finita. E invece…". Così, in una intervista a Repubblica, Giuseppe e Rita Poggi, genitori di Chiara, commentano l’iscrizione nel registro degli indagati dell'amico del fratello di Chiara.

"Non so cosa sia successo - dice Giuseppe Poggi -. Certo, ricordo che questa persona era già stata indagata, ma poi non c’era stato più niente, nel senso che la verità giudiziaria sull’omicidio di Chiara è stata scritta".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica