Emergenza granchio blu: perché è così pericoloso. Interviene il governo

Ecosistema marino in pericolo per i crostacei arrivati - probabilmente - nel Mar Mediterraneo con le navi provenienti dall'Atlantico

Emergenza granchio blu: perché è così pericoloso. Interviene il governo
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Il governo ha dichiarato guerra al granchio blu, apparso sulle spiagge italiane da qualche tempo. L'esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha messo sul tavolo 2,9 milioni di euro per contenerne la diffusione e limitarne il devastante impatto sull'acquacoltura, in particolar modo quella legata ai molluschi. Ma perché è così pericoloso?

Il granchio blu è una specie aliena, cioè non presente naturalmente negli ecosistemi marini italiani. Il vorace crostaceo è ormai una presenza fissa sulle spiagge italiane da diversi anni essenzialmente per due fattori: il trasporto marittimo e il cambiamento climatico. Il granchio è infatti "sbarcato" nel Mar Mediterraneo attraverso il trasferimento delle larve attraverso le acque di zavorra tra il continente americano e quello europeo. Il climate change, invece, avrebbe reso i nostri mari esponenzialmente più appetibili per le specie aliene.

Considerato una prelibatezza in cucina - negli Stati Uniti viene venduto a cifre importanti, in particolare nel Maryland e in Virginia - il granchio blu rappresenta un serio rischio per gli equilibri ecologici e le catene trofiche. Ma non solo. Il crostaceo è una criticità imponente per i settori economici legati all'allevamento delle sue prede. Attraverso le sue particolari chele, l'animale ha arrecato danni ingenti alle colture di molluschi come cozze, vongole e ostriche, senza dimenticare quelli causati alle colture di gamberi e anguille.

Il granchio blu "ha un pesante impatto ecologico, per la riduzione della biodiversità, ed economico, per i danni alla pesca in particolare", la conferma di Ernesto Azzurro, dirigente di ricerca all'Istituto per le Risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Irbim-Cnr) di Ancona. Interpellato dal Messaggero, l'esperto ha sottolineato che il pericolo rischia di evolversi con una progressiva espansione del fenomeno:"Queste specie amplieranno la loro presenza nel Mediterraneo per l'aumento delle temperature, ma anche della salinità. Prevediamo una progressiva e rapida espansione geografica di queste specie e, dall'altra parte, il declino di specie native del Mediterraneo, con minore affinità termica".

Senza sottovalutare le ricadute a livello economico.

100 mila euro al giorno: questo il costo per smaltire i granchi blu catturati dai pescatori per mettere in salvo le produzioni. Fedagripesca-Confcooperative ha posto l'accento su quello che rappresenta un vero e proprio salasso per le imprese di pesca, in qualche modo danneggiate due volte.

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