Il diktat a Repubblica: chi ha censurato le critiche a Elkann e perché

Il cdr avrebbe voluto pubblicare la presa di distanza dal pezzo di Alain Elkann sul quotidiano ma il direttore ha negato la possibilità di replica

Il diktat a Repubblica: chi ha censurato le critiche a Elkann e perché
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Si arricchisce di nuovi dettagli la storia del "reportage" di Alain Elkann dal treno diretto a Foggia e carico di "lanzichenecchi" che, addirittura, nel nuovo millennio hanno la sfrontatezza di viaggiare in prima classe accanto a gente con i completi di lino stazzonato come il padre dell'editore de La Repubblica. Lo sdegno per quei ragazzetti che indossavano umili shorts e t-shirt e che non leggevano Proust in francese ma si dilettavano in discussioni animate su donne e svaghi ha proprio infastidito il nostro, tanto da fargli decidere di scrivere un articolo di denuncia sul quotidiano il cui editore è il figlio.

Un articolo talmente classista e surreale da spingere il comitato di redazione a diramare una nota in cui prendeva le distanze da quelle righe uscite nelle pagine della cultura, forse perché veniva citato Proust o perché dopo secoli si tornava a parlare di lanzichenecchi in Italia. Fatto sta che i giornalisti de La Repubblica hanno inforcato la penna e vergato un comunicato di fuoco diretto ai colleghi, in cui si metteva nero su bianco un altro termine che nel 2023 si pensava fosse estinto, "classista", come definizione dell'articolo a firma di Alain Elkann. Quel comunicato, il cdr avrebbe voluto pubblicarlo anche sul quotidiano, sul cartaceo e sul sito web, dandogli lo stesso livello di visibilità del pezzo contestato.

Ma il direttore Maurizio Molinari ha risposto picche: come riferito da Il fatto quotidiano, il comunicato del cdr non troverà spazio su La Repubblica. Pur dicendosi d'accordo nel merito con quanto scritto, Molinari ha rifiutato di concedere lo spazio di replica al comitato di redazione per prendere le distanze e così gli stessi hanno inviato una nuova mail ai giornalisti: "Era giusto che i lettori leggessero quelle parole direttamente sul nostro sito e sul nostro giornale e non altrove. Il direttore ha deciso di non pubblicarla, ritenendola una ingerenza del Cdr sulle scelte editoriali". Una posizione, spiegano dal comitato di redazione de La Repubblica, "che non condividiamo. Dopodiché il direttore ha detto di comprendere e condividere ciò che avevamo scritto e nei prossimi giorni questa consapevolezza ‘verrà resa chiara sulle nostre pagine’. Questo per il dovere di trasparenza che vi dobbiamo".

Intanto non si placano le polemiche sull'articolo di Alain Elkann, principalmente perché ha scoperchiato e divulgato una verità che i sinistri per anni si sono affannati a nascondere: il classismo in Italia c'è ancora ed è quello dei noti "comunisti col rolex", non si scopre l'acqua calda.

Un consiglio, però, ad Alain Elkann va dato: su Italo esiste il "salottino" area riservata che non c'è dubbio possa ampiamente permettersi, dove con ogni probabilità non incontrerà alcun lanzichenecco sfrontato al punto di non degnarlo di un saluto. O di una riverenza, come meglio lo aggrada.

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