Sono finora 11 i feriti che sono stati identificati dalle forze dell'ordine a seguito dell'incidente di Mestre su un totale di 15 che si trovano ricoverati negli ospedali della zona. Si tratta di quattro ucraini, un tedesco, una francese, un croato, una coppia spagnola e due minori di origine austriaca. Dei feriti, il governatore riferisce che 4 possono parlare, quindi raccontare quello che sarebbe successo. 5 o 6 sarebbero gravi e tra loro c'è anche una bimba.
Non è semplice procedere con l'identificazione dei feriti e delle vittime, anche perché non tutti avevano i documenti con sé. Inoltre, nella notte è emerso che la mancanza di una contabilità aggiornata sugli ospiti in uscita dal campeggio "Hu" per le gite non permette di risalire ai turisti effettivamente saliti su quella navetta. "Dare un'identità alle vittime è difficile. Molti non avevano dcumenti con sè", ha spiegato il procuratore Bruno Cherchi. "Ci sono loro parenti presenti ma è difficile dare dei nomi con certezza. Per questo ho dato l'incarico alla medicina legale, ma anche alla polizia scientifica, perché se necessario si ricorra all'esame del Dna. Speriamo però, entro domani, di identificarli tutti", ha concluso. Sono al momento 14 i morti e 4 i feriti senza nome
Nella mattinata di oggi sono stati acquisiti gli elenchi di tutti i presenti all'interno del campeggio per poter poi risalire alle identità delle vittime e dei feriti nell'incidente del bus di ieri sera. All'interno della struttura, al momento non viene fatta alcuna dichiarazione, in attesa di comunicazioni ufficiali dall'azienda. Il via vai di ospiti da e per il campeggio prosegue regolarmente. Alcune autorità consolari sono arrivate nel campeggio già qualche ora dopo l'incidente e sono rimaste in attesa di incrociare i dati dei connazionali in loro possesso con quelli dei registri del camping.
Gli stessi soccorritori sono apparsi provati dall'incidente, nonostante siano abituati e addestrati a intervenire in ogni circostanza: "L'impressione visiva, dopo la rimozione delle salme, è che ci troviamo di fronte ad una tragedia di giovani, se non giovanissimi, salvo qualche adulto". Così spiega uno degli uomini che per tutta la notte ha operato sul luogo della tragedia per liberare i corpi e salvare i feriti. "Respiriamo una situazione surreale, non ho mai visto tante persone pronte a dare una mano", dice ancora con la stanchezza negli occhi e la tristezza nel cuore. I suoi colleghi hanno definito la scena dell'incidente come "apocalittica" e questo rende bene l'idea di quanto si sia presentato davanti ai loro occhi. Molti dei pompieri non hanno voluto riposare alla fine del turno e hanno chiesto di continuare a lavorare.
"A vedere la scena viene un malore", ha raccontato Paolo Rosi, direttore 118 Regione Veneto, nella notte, quando ancora era sul posto della tragedia.
"Ne ho viste tante nella mia vita professionale ma questa scena è davvero impressionante, è uno strazio", ha detto ancora, mentre cercava di trovare le giuste parole per spiegare quello che nessuno vorrebbe raccontare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.