Parla l'esperto: "Il territorio reagisce male. Ecco cosa sta accadendo in Emilia-Romagna"

L'ingegnere Simoncini chiede di intervenire sul consumo di suolo: "Così si creano smottamenti e conseguenti allagamenti. Uno dei problemi principali è la pregressa edificazione incontrollata"

Parla l'esperto: "Il territorio reagisce male. Ecco cosa sta accadendo in Emilia-Romagna"
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Le terribili immagini che arrivano dall'Emilia-Romagna non possono lasciare indifferenti e inevitabilmente suscitano angoscia, tanto che qualcuno ha paragonato la tragedia alla devastazione un altro terremoto. Al tempo stesso però è doveroso interrogarsi sugli errori fatti in passato e sulle possibili soluzioni da adottare per evitare altri drammi. A tal proposito l'ingegnere Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale all'università Uninettuno, ha spiegato a ilGiornale.it ciò che sta accadendo e cosa si nasconde dietro conseguenze così ingenti.

Cosa sta accadendo in Emilia-Romagna? È causa delle peculiarità geologiche e fisiche del territorio o c'è dell'altro?

"Il territorio, così come modificato dall'uomo nel corso del tempo con insediamenti di edifici e infrastrutture, sta reagendo male ai naturali fenomeni metereologici che con questa morfologia creano danni di smottamenti al terreno e conseguenti allagamenti".

Si parla di modifiche scellerate del territorio. A cosa si fa riferimento in particolar modo?

"Uno dei problemi principali è la pregressa edificazione incontrollata, che negli ultimi 50 anni è avvenuta anche in difformità degli strumenti urbanistici con cui il territorio era stato programmato, ad esempio con case abusive poi sanate, a seguito delle quali gli enti locali hanno dovuto aumentare/modificare sottoservizi e viabilità per far avere i necessari servizi ai nuovi nuclei costruiti irregolarmente".

L'aumento del consumo di suolo in questi anni ha ridotto la capacità dell'assorbimento delle strade. Cosa può fare la politica?

"Purtroppo l'aumento del consumo di suolo ha generato e continua a generare disagi e danni dovuti prevalentemente alla sempre maggiore mancanza di permeabilità del terreno. Oggi non è possibile tornare indietro: sicuramente è indispensabile varare una legge sul consumo di suolo".

E pensare che la proposta di legge è bloccata in Parlamento...

"Ricordo bene che il tema del consumo di suolo era già nei lavori delle commissioni di Camera e Senato nel 2010 e 2011 durante il governo Berlusconi. Poi durante il governo Monti la proposta del ministro Catania è rimbalzata tra Camera e Senato non vedendo mai l'approvazione, bloccandosi definitivamente dal governo Renzi".

Sarebbe necessario fare una mappa delle costruzioni e delle zone per individuare le criticità dei territori. Ci sono adeguate risorse umane ed economiche?

"Sarebbe necessario prima di tutto portare a completamento le istruttorie delle oltre 4,3 milioni di domande di condono ferme negli uffici dei Comuni, a seguito delle quali si potrebbe fare una mappatura di tutte le costruzioni sia edificate legittimamente che illegittimamente e poi sanate. Oggi, rispetto al passato, anche grazie ai satelliti, ci sono strumenti informatici che consentono la geolocalizzazione e mappatura con costi ridotti rispetto al passato. Una delle destinazioni dei fondi Pnrr potrebbe essere proprio questa".

Per certi versi i fatti dell'Emilia-Romagna richiamano alla mente la tragedia della frana a Ischia. Quale parallelismo può essere effettuato tra le due vicende?

"Ischia si trova in una situazione ben peggiore all'Emilia-Romagna, come rischio. Oltre al consumo di suolo scellerato e alla presenza di abusi nemmeno sanati, l'isola risente della sua natura vulcanica e le criticità relative alla sua geologia sono notevolmente più complessa da gestire".

Ovviamente non si può ignorare il discorso della scarsa qualità dei materiali e dei mancati accorgimenti antisismici. Quanto impattano su questi drammi?

"L'Italia è un Paese dove il rischio sismico è alto. Ogni scelta deve considerare anche questo aspetto.

Nelle costruzioni abusive, poi sanate, la qualità dei materiali e l'idoneità statica delle costruzioni non sono stati mai considerati. Una casa abusiva è fatta in fretta e pensando solo a realizzare il volume. Le conseguenze sulla eventuale agibilità? Non sono un problema... Finché non c'è un evento calamitoso che le evidenzia".

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