Low cost addio, benvenuti high cost? Sembra proprio così, a guardare i prezzi alle stelle dei biglietti aerei estivi. Aumentati anche del 50 per cento, quando una delle principali cause di aumenti, i prezzi dei carburanti, si sono negli ultimi mesi ridimensionati. Ma questo non ha fermato il caro voli. Tanto che per vederci chiaro il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, su indicazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, incontrerà martedì i rappresentanti delle principali compagnie aeree che effettuano voli nelle tratte nazionali interessate dai maggiori rincari. E sul caro-voli si prevede la convocazione di una commissione di allerta rapida.
Anche solo volare al mare quest'estate costa caro, anzi carissimo. Secondo uno studio di Assoutenti, alcune tratte di medio raggio costano più di un volo a lungo raggio per New York: ad esempio partendo il 12 agosto e tornando il 19 per volare da Roma a Rodi si spendono 696 euro, 694 euro da Milano a Tenerife e addirittura 950 euro da Milano a Sharm el Sheikh, contro i 743 euro del volo a/r Roma-New York.
Le compagnie aeree si difendono citando il caro carburanti (diminuito sì negli ultimi mesi ma ora, sostengono, si vola ancora con i costosissimi contratti di un anno fa), l'aumento degli stipendi e dei costi degli aeroporti (invero in linea con l'inflazione) e, sullo sfondo, le perdite monstre dovute allo stop prolungato della pandemia.
Oltre al danno però c'è la beffa: a fronte di tariffe alte il servizio non è dei migliori. Senza arrivare al caos dell'estate 2022, nel mese di giugno gli aeroporti europei hanno registrato il 50 per cento di ritardi al decollo e all'atterraggio. Tra le cause c'è anche la guerra, con la chiusura dello spazio aereo su Ucraina e Bielorussia che ha portato all'intasamento delle rotte alternative. E, tra il 12 e il 23 giugno, la gigantesca esercitazione aerea Nato sui cieli della Germania con l'impiego di 250 aerei militari. Nei giorni successivi la situazione è tornata alla normalità, e i ritardi pure.
Ci si mette anche l'emergenza climatica e i tentativi di arginare una delle più alte cause di emissioni, i viaggi aerei. La responsabilità è delle Cat (Clear air turbolence), perturbazioni difficilmente prevedibili che costringono i voli a cambiare rotta o aeroporto di atterraggio. Secondo l'università di Reading negli ultimi quarant'anni lungo la rotta Nord-Atlantica sono aumentate del 55 per cento, e si prevede un progressivo incremento. La Iata intanto ha avvisato che a causa dei maggiori costi dei biocarburanti si pagherà di più per viaggiare in aereo, e per i prossimi 10-15 anni.
Non si ferma però la domanda di voli che dopo la pandemia ha assunto l'aspetto di una corsa. Secondo Airports Council International il traffico aereo globale raggiungerà nel 2023 il 92 per cento dei livelli del 2019, con 8,4 miliardi di passeggeri. Che per ora hanno pagato anche prezzi favolosi pur di partire.
Molti analisti concordano però che il caro voli sia ormai strutturale. Pare dunque che l'era gloriosa delle low cost, quando si volava a Berlino o a Londra con 10 euro per andare in discoteca o a vedere una mostra, non tornerà.
Ma, forse, è giusto così.Comunque sia, tra sospetti di speculazione da parte delle compagnie aeree, a caro prezzo e forse pure in ritardo, la domanda non manca. Anche se l'estate in volo si prospetta non delle migliori, lo spettacolo continua.
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