“Volevano proprio ammazzarmi…”. Il racconto dell’anziana aggredita al cimitero

L'anziana signora si trovava in cimitero per far visita alla tomba del marito: è stata imbavagliata e immobilizzata per oltre 3 ore prima di essere individuata e salvata

“Volevano proprio ammazzarmi…”. Il racconto dell’anziana aggredita al cimitero
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Legata e imbavagliata al cimitero di Anzio: è questa la disavventura capitata a un'anziana donna, Anna Gabriella, molto probabilmente vittima di uno scambio di persona o, forse, solo l'ennesima vittima di una dilagante insicurezza che si sta diffondendo nel nostro Paese, toccando ogni giorno abissi più profondi. Lo scenario è inquietante ed è la stessa donna a raccontarlo, nel corso si un'intervista rilasciata ad Alberto Matano nel corso de La Vita in Diretta.

"Sono piena di lividi. Non si capisce, non si capisce la dinamica, perché mi hanno imbavagliato la bocca, le mani, le gambe", dice la donna, ancora sotto choc per l'accaduto. "Mi hanno preso in due. Mi hanno scambiato per qualche altra persona? Io non lo so… Io non do motivo a nessuno. Noi siamo una famiglia per bene, glielo giuro", prosegue ancora la donna. Il suo racconto è sincero, ricolmo di tenerezza. Sottolinea di far parte di una famiglia per bene, che non dà motivo a nessuno per compiere un simile atto ma, purtroppo, le cronache raccontano sempre più spesso di episodi di violenza gratuita, troppe volte a scapito degli anziani.

A salvare la donna è stato il custode del cimitero, che l'ha librata ma, purtroppo, non ha fatto in tempo a vedere i responsabili, due, secondo quanto dichiarato dall'anziana signora, che non riesce a ricordare niente di quanto accaduto. "Se lo sapevo lo dicevo. Io ho un buio totale, non ricordo niente. Erano le 11.30 quando avevo finito da mio marito. Mi sono incamminata per andare via, poi il buio totale. Sono stata praticamente fino alle tre e qualcosa", prosegue la signora nel suo racconto. In quelle 3 ore più nessuno è passato di lì e nessuno l'ha vista. "Questo è qualcuno che mi ha scambiato per un'altra persona, perché a me volevano proprio ammazzarmi. Mi hanno buttato là dentro perché pensavano che non mi trovasse nessuno, così io piano piano mi spegnevo", ha detto la donna.

Nelle sue parole c'è il dramma di una morte scampata per poco. Gli inquirenti, intanto, sono a lavoro per ricostruire quello che potrebbe essere accaduto. Per il momento si sa che chi l'ha aggredita, dopo averle rubato la borsetta, è riuscito a fuggire indisturbato con la sua vettura, una Fiat 500. Il custode l'ha trovata all'interno della cappella, che aveva la porta aperta, con le mani immobilizzate da alcune fascette e la bocca chiusa con dello scotch. Gli inquirenti al momento non escludono nulla, nemmeno che si possa trattare di un maniaco seriale, arrivato già attrezzato per immobilizzare la sua vittima.

Per questa ragione è aperta la possibilità che la donna possa essere stata seviziata e molestata. Il cimitero è comunque videosorvegliato e gli investigatori hanno già acquisito le immagini delle telecamere.

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