Nelle ceramiche di Giallo la voce dei poeti greci

L'incanto e la misura delle forme evoca la purezza espressiva dei versi di Alceo e Saffo

Nelle ceramiche di Giallo la voce dei poeti greci

Tra le maggiori soddisfazioni del mio soggiorno in Sicilia c'è la scoperta di artisti nascosti. E non si tratta dell'inevitabile ossequio a glorie locali, ma di grandi anime costrette in piccoli spazi, con insufficiente consapevolezza. È accaduto con la letteratura soprattutto, con Tomasi di Lampedusa naturalmente, con Gesualdo Bufalino; e, nella pittura, con Guccione. Un siciliano, quando è grande, è grande per tutti gli italiani. E così, dopo alcune visite nella bella città di Burgio, che oggi si è dotata di un cospicuo museo della ceramica, visitando gli studi dei ceramisti, tutti legati all'orgoglio delle tradizioni locali, e sentendo salire dalla terra ancora il calore delle vecchie fornaci cinquecentesche, fortunatamente sopravvissute e fortunatamente tutelate, arrivato a uno studio più isolato, ho incrociato alcune assai originali invenzioni di Carmelo Giallo.

Il nome, pronunciato la prima volta dal sindaco Vito Ferrantelli, già mi dispose favorevolmente in assenza dell'autore, che vedevo vivo nella fantasia e nell'intelligenza delle sue creazioni. E, accanto a esse, le prove di una bottega, di ragazze fervide e presenti, dagli occhi lampeggianti e dai vivaci sorrisi, raccolte nel gruppo da Giallo denominato «La gioiosa», nome dal marchio perfetto per una fabbrica di ceramiche. Poi finalmente, in una successiva visita, Giallo apparve, protestando nei suoi movimenti controllati, la calma di chi è certo del proprio valore, e il fervore di chi intende dimostrarlo.

Cominciò così un dialogo che mi ha portato a valutarne il rigore e la fantasia, come caratteristiche necessarie per risultati che in lui, con maggiore concentrazione, ma anche nelle ragazze de «La gioiosa», con persistente freschezza, possiamo chiamare poesia. Poesia lirica. L'incanto e la misura delle forme sono come quelle della poesia greca, di Alceo e di Saffo. Poeta senza retorica è Giallo, come un antico: e lo vediamo nei suoi vasi recenti di forme perfette, di assoluta essenzialità che mai piega l'emozione alla ragione, pur nulla concedendo al sentimentalismo o al colore locale. E la sfida con «La gioiosa» è ancora più alta: mostrare la relatività del principio dell'individuo creatore. Giallo diffonde la propria intelligenza e il proprio sentimento nella bottega, come doveva essere anche nell'Antichità e nel Rinascimento. La grandezza del maestro sta nel potersi allontanare, nel trasferire in altri il proprio respiro, la propria chiarezza. E molto si deve anche alla tecnica, alla natura dei materiali, alla loro reazione al fuoco. I colori e le terre hanno un loro mistero, un'infinità di sfumature. Nella ceramica la natura si raddoppia, non si riproduce. «Guardare un vaso con la prevalenza dei verdi è come guardare un bosco da lontano», afferma sapientemente Giallo. E l'arte è un prolungamento della natura.

Lo aveva dimostrato ai suoi esordi Giallo, nel 1977, con i suoi Interventi grafici su forme naturali. Intelligentissimo è anche il continuum tra noce, spago e scrittura nel paradigma di arte povera «Lavoro per il lombrico». Sempre è poetico Giallo, anche nei divertimenti giovanili. Assai notevole è il commento alla stampa su carta della decorazione parietale o anche disegno per una stoffa: «Non esiste in natura un fiore che abbia di queste foglie, ma tale è la suggestione di questa facciata che vidi prima che fosse distrutta durante quest'ultima guerra, che si pensa possibile, un giorno, l'apparizione sulla terra di un fiore così». Negli esercizi e nella prima maturità di Giallo c'è un'esperienza concettuale, che non prescinde mai, però, dalla ricerca sui materiali e dalla curiosità per le forme casuali. Agli inizi del nuovo millennio, nei piatti in ceramica, come nelle mattonelle, Giallo raggiunge la purezza espressiva: forme necessarie, prolungamento ed estensione della natura, come minerali o utensili arcaici. Così ocra; così timo; così origano; così uccelli. E poi mirabili miniature di mobili per le sue stanze: armadi, librerie di miracolosa grazia, un po' deformi o irregolari, e finalmente la serie dei vasi, arcaici e moderni insieme, di indefinibili colori smaltati, come di muschi o alghe, dai titoli evocativi: Forte e fiero toro, Io amo intensamente, I ciclopi di Sicilia, Le case dei contadini siciliani, Alla nostra anima.

L'opera ceramica di Giallo appare, per la raffinatezza del linguaggio, sorella dell'opera letteraria di Lucio Piccolo, in un incessante sperimentalismo, in cui colore delle parole e colore delle forme si sovrappongono. Troppo intelligente Giallo per indulgere al descrittivismo, ma anche per rinunciare alla sensualità imprevedibile della materia, con effetti di gusto supremo, di sapienza orientale, in favore di una scelta concettuale che pur si affaccia con il ricorrente richiamo a Beuys.

La misura e l'eleganza di Giallo sono in perfetto equilibrio tra lo spirito e la tecnica di una tradizione millenaria, a cavallo tra oriente e occidente, tra la sensibilità moderna e la consapevolezza dell'astrazione. Da ciò risulta la sua così seducente singolarità.

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