Anche nelledilizia il 2009 nel Lazio si chiude nel segno della recessione. Seimila posti di lavoro in meno, in calo del 10 per cento gli investimenti delle imprese. In calo del 17 per cento la produzione di edilizia residenziale. E il 2010 non sarà da meno: occorrerà ancora stringere la cinghia, soffrire. I dati sono stati forniti ieri nella conferenza stampa per la nascita di Edicola, nuova newsletter bimestrale dei costruttori, dal presidente dellAnce Lazio-Urcel, Stefano Petrucci. Le cifre delle Casse Edili parlano chiaro: rispetto a un anno prima, a marzo 2010 si registrano nel Lazio mille imprese in meno, si sono perdute 3 milioni e mezzo di ore lavorate, loccupazione è calata dell8 per cento. Al contrario, il ricorso alla cassa integrazione è cresciuto del 130 per cento nel 2009 rispetto al 2008.
Quel che è peggio, la recessione nel 2010 sembra destinata a continuare. Secondo il Cresme, Centro di ricerche economiche e sociali, nessuna ripresa caratterizzerà lanno a venire. «Gli effetti auspicati dal Piano Casa rischiano di non esserci - conferma Petrucci - Siamo di fronte a un mercato dove continueranno a contrarsi gli investimenti in nuove opere sia private che pubbliche. Lunico segnale positivo arriva dalle previsioni per le opere di manutenzione e recupero dellesistente». Unancora di salvataggio. Uno scoglio, per così dire, fra i flutti procellosi della crisi. Nel Lazio, infatti, le domande di agevolazione fiscale legate alle riqualificazioni degli edifici sono cresciute nel 2009 del 15,1 per cento, più della media nazionale (+14,3 per cento). Il risparmio della famiglia - in crisi la Borsa, i titoli di Stato, tutto, - alla lunga si è incanalato in questa direzione. Ma è lunico raggio di luce in uno scenario buio e tempestoso. La crisi ha colpito soprattutto nella costruzione di nuove case di edilizia residenziale. Che è calata nel 2009 del 17,5 per cento, e si ridurrà (-17 per cento) anche nel 2010. In termini assoluti, nel 2008 sono state ultimate 28.560 abitazioni, nel 2010 ne saranno completate 19.612. Con un calo di oltre il 34 per cento nel biennio 2008-2010.
Specchio della crisi anche i lavori pubblici. Nel 2009 è sceso il numero delle gare, ma soprattutto sono calate le aggiudicazioni: in numero assoluto da 366 a 255, in importo da 508 a 284 milioni. Come inevitabile conseguenza del minore fatturato, il calo occupazionale. Le ore lavorate sono scese da 39 milioni (ottobre 2008-marzo 2009) a 35 milioni e mezzo (ottobre 2009-marzo 2010). Con una perdita di 3 milioni e mezzo di ore. Gli operai attivi nei cantieri sono scesi da 73mila a 67mila. Seimila i posti di lavoro saltati (-8 per cento). A soffrire soprattutto Latina (-9,7) e Frosinone (-8,5), un po meno Roma (-7,5). Se questa è la situazione, per Petrucci è essenziale a questo punto che la giunta Polverini risponda in tempi rapidi e in modo deciso, favorendo gli investimenti pubblici sulle infrastrutture e consentendo procedure burocratiche più rapide.
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