A Nettuno l’ombra lunga dei Casalesi

La Bibbia poggiata sul comodino e l’impianto di videosorveglianza che circondava la sua villa non sono bastati a sfuggire all’arresto. Pasquale Noviello, 39 anni, originario di Minturno è stato catturato mercoledì notte nella sua dimora di via Chianciano, a Nettuno, insieme alla moglie Rosaria Maria Schiavone, figlia del boss dei Casalesi e collaboratore di giustizia Carmine Schiavone.
I due sono stati fermati dagli uomini della squadra mobile di Latina e dovranno rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata all’estorsione, alla truffa, al traffico di stupefacenti e di armi. Noviello, accusato anche di triplice tentato omicidio, era sfuggito nel marzo del 2008 alla polizia dopo un agguato armato avvenuto a Cisterna, nel corso del quale tre persone erano rimaste ferite. L’altra notte, invece, si era nascosto nel sottotetto della villa, ma il suo covo è stato trovato. A tradirlo, l’emozione delle figlie che continuavano a guardare verso l’alto in direzione di un lampadario incassato nel soffitto, che apriva un varco verso il sottotetto abitabile dove si trovava il boss. Noviello è considerato l’autore dell’agguato del 28 marzo 2008 che aveva come bersaglio Francesco Cascone, originario di Gragnano di Napoli e proprietario di un ristorante di Cisterna, preso di mira dai tentativi di estorsione del gruppo criminale.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica, hanno permesso agli uomini della polizia e ai militari del Gico della guardia di finanza di accertare l’esistenza di una versa e propria associazione denominata «famiglia Schiavone-Noviello», legata al clan campano dei Casalesi ma diventata ormai autonoma nel basso Lazio e in particolare tra le province di Roma e Latina, specializzata nelle estorsioni, nel traffico di armi e droga, nei danneggiamenti e nelle truffe.
In cella sono finiti anche Francesco Gara e Agostino Ravese, calabresi residenti a Nettuno, Mario Noviello, padre di Pasquale, che aveva il compito di riciclare il denaro di provenienza illecita in apposite società immobiliari intestate a prestanome e Dario Flamini, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per aver fornito al gruppo armi e munizioni. Manette anche per Francesco Cascone, ristoratore di Cisterna, vittima del gruppo ma accusato di tentato omicidio per aver cercato di uccidere uno degli uomini dell’organizzazione durante la sparatoria del 2008.
Secondo gli investigatori il gruppo aveva costituito sul territorio una cellula camorristica in grado di gestire in modo autonomo i propri traffici illeciti, diversificando gli ambiti di interesse e rendendosi responsabile di volta in volta di danneggiamenti, tentati omicidi, riciclaggio di auto rubate, sequestro di persona e reimpiego di capitali illeciti. Il bersaglio preferito dai criminali erano gli imprenditori e i commercianti di Aprilia, Latina, Anzio e Nettuno, vessati da richieste di denaro, minacce, intimidazioni e attentati incendiari.


La Dda ha già emesso un decreto di sequestro preventivo per 4 milioni di euro riguardanti una villa e due terreni a Nettuno e Casal di Principe, due imprese di costruzione e un conto corrente, ma non è escluso che nei prossimi giorni l’elenco si allunghi.

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