Il "No" al referendum sull'art.18? Lo ha voluto Giuliano Amato

Così l'ex premier ha influenzato la decisione della Corte Costituzionale. Cosa bisogna aspettarsi sull'Italicum?

Il "No" al referendum sull'art.18? Lo ha voluto Giuliano Amato

La Consulta fa politica e di fatto "governa" l'Italia. Una sensazione? Forse, ma sta di fatto che, come dice oggi Italia Oggi, "dobbiamo metterci l'animo in pace e accettare il fatto che la Corte costituzionale è un organo politico, composto da persone con cultura giuridica".

Lo dimostra la sentenza sui referendum sul lavoro, che ha bocciato una consultazione popolare per il ritorno dell'articolo 18, tanto voluto dalla Cgil. Sentenza dietro cui c'è sicuramente lo zampino di Giuliano Amato, "pontiere" tra giudici costituzionali e Quirinale. E che ha evitato così una grana non di poco conto al governo Gentiloni, che già si tiene in piedi solo grazie allo stallo creato proprio dalla Consulta che deve pronunciarsi sull'Italicum.

"Perciò, a questo punto, cosa possiamo aspettarci dalla prossima decisione della Corte costituzionale?", si chiede il quotidiano, che pronostica quindi "una sentenza strettamente ancorata al testo di questa legge elettorale che

ritaglierà, espungendole, le parti (non molte) che presentano evidenti vizi di illegittimità costituzionale". Mantenendo, probabilmente, un sistema maggioritario, ma senza dare la possibilità di andare subito a nuove elezioni.

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