Non basta il prezzo per vincere la scommessa

È dunque l’Italia il Paese che farà da «cavia» per i costruttori cinesi. Un’impresa non facile dopo le recenti polemiche seguite alla bocciatura, sul fronte della sicurezza, del fuoristrada Landwind che la Jiangling ha presentato al Salone di Francoforte: secondo l’Adac, l’Automobile club tedesco, in caso di collisione a 68 chilometri orari il guidatore non avrebbe scampo. Nel caso della Great Wall, però, l’importatore bresciano dà ampie garanzie: l’azienda ha ottenuto diverse certificazioni, Iso 9001 compresa, e per l’inizio del 2006 conta di aver tutti gli ok dall’Unione europea. Non a caso la Great Wall ha scelto per l’anteprima il Motor Show di Bologna: a visitare l’esposizione è soprattutto quel tipo di pubblico incline all’acquisto di vetture di tendenza, ma con un occhio al listino. Sport utility e pick-up, in proposito, sono le categorie di veicoli che, in questo momento, riscontrano i favori degli automobilisti italiani. Le proposte della Great Wall, sulla carta, sono allettanti visto che, in media, costano tra i 3.500 e i 5mila euro in meno rispetto ai possibili concorrenti (Land Rover Freelander, Nissan X-Trail, Hyundai Tucson per la Suv; Mitsubishi L200, Mazda B2500, Toyota Hilux per i pick-up).

Ma a fare la differenza sarà la qualità. Se i cinesi dimostreranno di aver raggiunto gli stessi standard dei concorrenti, a partire dai rivali sudcoreani, allora saranno dolori per tutti. Vincere sul prezzo di listino non basta.

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