«Non ho deciso dincontrarla per ucciderla, no. Ma non lavevo mai vista di persona. Solo qualche sms, alcune telefonate. Lanno scorso, proprio in un messaggino, lei mi aveva scritto Stai con uno di 61 anni e hai letà di nostra figlia. Così volevo togliermi lo sfizio di guardarla in faccia mentre le raccontavo i particolari intimi della mia storia con Marzio, suo marito. Poi, proprio i dettagli del tradimento, lhanno infastidita, ha cominciato a strattonarmi per farmi smettere di parlare. Ed è stato allora che mi sono ricordata di avere un coltello nel cruscotto».
Lassassina di Patrizia Reguzzelli - la casalinga milanese di 58 anni, madre di una ragazza 25enne, uccisa a coltellate mercoledì mattina e abbandonata in un parcheggio alla periferia di Pioltello - è una graziosa 28enne laureata in medicina e specializzanda in neurochirurgia allospedale San Raffaele. Si chiama Vittoria Orlandi e abita proprio a Pioltello. Bei capelli, begli abiti, un portamento distinto, un eloquio pacato, solo a tratti confuso. Qualche minuto dopo le 22 di mercoledì, dopo una giornata pazzesca e oltre due ore dinterrogatorio, è crollata davanti ai carabinieri del gruppo di Monza ammettendo di averla ammazzata lei la moglie del suo ex compagno. Un medico di base, il 61enne Marzio Brigatti, conosciuto per motivi di lavoro (un tirocinio post-laurea) nel gennaio 2010 e che due mesi fa, a settembre, aveva abbandonato labitazione milanese di via Foppa dove viveva con la moglie Patrizia e la figlia ed era andato a convivere con la Orlandi in un appartamento in affitto. Per lasciarla, però, qualche settimana più tardi e tornare dalla moglie per ragioni che avrebbe motivato con «la differenza detà».
I due, però, avrebbero continuato a frequentarsi. E Vittoria non riusciva a darsi pace. Così, come ha spiegato ai militari di Monza e al pm Maria Vulpio, le due donne mercoledì avevano deciso dincontrarsi in piazzale Loreto per poi andare a parlare tranquillamente altrove. «Intorno alle 10.45, ognuna sulla propria auto, siamo arrivate a Pioltello - ha raccontato ancora la Orlandi agli inquirenti -. Io sono salita sulla sua vettura e quando Patrizia ha sentito i miei racconti, mi ha chiesto di piantarla e mi ha strattonata. Così sono caduta nellabitacolo. Ed è stato allora che mi sono arrabbiata, ho preso il coltello da cucina che avevo nel mio cruscotto (la lama è lunga quasi 20 centimetri, ndr) e, dopo aver chiuso gli occhi, ho cominciato a colpirla. Quando li ho riaperti le ho sferrato la coltellata alla gola che lha uccisa. Quindi ho spostato il cadavere fuori dallauto». A quel punto la Orlandi manda un sms allamante: «E successa una cosa grave» gli scrive.
Al termine dellinterrogatorio lassassina chiederà di poter tornare a casa. E mostrerà un discreto stupore quando le diranno che, invece, la aspetta San Vittore.
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