Notti prima degli esami tra microspie e «reality»

Notti prima degli esami tra microspie e «reality»

Stefano Vladovich

Entrano in una villa di Campagnano con il figlio del proprietario dentro. Nonostante le urla del sedicenne, la banda di ladri, tre slavi e un romeno, cerca di sfondare la porta blindata per arraffare preziosi e gioielli. Chiuso in camera, il ragazzino riesce prima a svegliare il cane, un pastore addestrato alla difesa, poi a chiamare il 112. Aggrediti dal quattrozampe inferocito, se la danno a gambe levate. Ma non si arrendono. Scavalcata la recinzione vicina, i banditi sfondano una porta finestra ed entrano nella villa accanto. Il bottino, stavolta, è grosso: orologi e penne da collezione, denaro, cellulari, macchine fotografiche. Quando arrivano i carabinieri di Bracciano ai malviventi, tutti pregiudicati del campo nomadi di via di Salone, non resta che arrendersi. Ma qui scoppia il finimondo: gli slavi capiscono che il maltolto è molto più ingente di quello che il «capo» aveva fatto credere loro tanto che, alla fine, ai militari tocca persino separarli. Una vicenda accaduta ieri mattina in località «Le Ginestre», alla periferia di Campagnano. I genitori di Alessio (chiamiamolo così) sono usciti per fare la spesa. Improvvisamente un forte boato al piano inferiore: alcuni giovani davanti l’ingresso stanno per entrare a colpi di ariete. Urla Alessio, ma per tutta risposta i nomadi ridono a crepapelle, continuando come se niente fosse. La porta non cede. Allora i quattro infrangono una vetrata. A quel punto interviene il cane che salta addosso agli intrusi. «Ras» attacca al collo mentre gli avversari cercano di difendersi. Sono pochi istanti ma sufficienti per mettere le ali ai criminali. Intanto Alessio è in contatto con la sala operativa del 112. Dalla stazione di Campagnano partono le autoradio dei carabinieri mentre si precipitano sul posto le pattuglie dei motociclisti di Bracciano. Nel frattempo i rapinatori hanno scavalcato la cancellata di un’altra villa. Questa volta nessun cane da guardia, tantomeno i proprietari. Basta sfondare una porta finestra in giardino per irrompere in salotto. Gli extracomunitari non credono ai loro occhi quando si trovano davanti una vetrinetta zeppa di gioielli, soprattutto orologi antichi da collezione, stilografiche d’oro massiccio, collanine, materiale fotografico, soldi. Insomma il bottino è davvero ricco: oltre 60mila euro, tanto da non pentirsi del cambio programma. Non sanno di avere i minuti contati. Mentre i complici fanno razzia di varie oggetti, il capobanda ha il tempo di nascondere nelle scarpe alcuni pezzi. Gli uomini del nucleo operativo della compagnia di Bracciano e i colleghi di Campagnano hanno circondato le ville. Quando spuntano i militari l’auto è stata appena caricata con la refurtiva. Per tutta risposta partono a tutto gas in direzione Cassia. Durante l’inseguimento l’uomo alla guida cerca di speronare i carabinieri in moto. Dopo alcuni chilometri, finalmente, la resa. Ammanettati a dovere, vengono portati in caserma.

Qui succede l’imprevisto quando davanti agli slavi increduli spuntano gli orologi «imboscati» dal romeno. I tre, manco a dirlo, gli saltano addosso per linciarlo e se non fossero intervenuti i carabinieri sarebbe finita male.

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