Nucleare Europa indifesa: le bombe servono

Gli Stati Uniti hanno "appena" 5.113 bombe atomiche, delle quali solo 1.968 pronte per l'impiego. Questi numeri, svelati per la prima volta a margine della conferenza sul Trattato contro la proliferazione nucleare (Npt) in corso a New York, dimostrano come Washington sia seria in tema di disarmo. In effetti rispetto al picco di 31.255 bombe raggiunto in piena guerra fredda, nel 1967, la riduzione è stata massiccia. Ancora alla caduta del Muro di Berlino le testate erano 22.217. Gli Stati uniti smantellano sia le testate strategiche, sia le più piccole testate tattiche, il cui numero è diminuito del 90% rispetto al 1991.
Queste rivelazioni servono a sostenere l'offensiva dell'amministrazione Obama in favore di un completo disarmo nucleare. Lo sforzo peraltro non smuove più di tanto l'Iran o la Corea del Nord, mentre sul tappeto rimane anche il nodo delle atomiche israeliane: anche Paesi islamici moderati, come l'Egitto, insistono, a bassa voce, ma costantemente su un outing israeliano sul tema del nucleare. Ma questo non avverrà e ogni proposta statunitense in materia risulterà inevitabilmente indebolita.
Peraltro gli Usa devono anche continuare a preservare l'immagine di superpotenza nucleare, perché solo così possono convincere i Paesi che hanno paura delle atomiche iraniane o nordcoreane a non dotarsi a loro volta di armi analoghe. Quello di cui si discute dietro le quinte non è la fornitura di tecnologie nucleari "civili" per produrre energia elettrica, utili, ma irrilevanti dal punto di vista militare, quanto la promessa di Washington di fornire uno scudo antimissile e di garantire con le proprie atomiche un deterrente nucleare. Per chiarire: se Teheran lancia un'atomica su Abu Dhabi o Riad si "becca" 100 atomiche americane. E promesse del genere le fa anche la Francia.
Ecco tornare sul tavolo la questione delle bombe atomiche tattiche (bombe d'aereo) statunitensi nel territorio di alcuni paesi Nato europei, Italia inclusa. Mahmoud Ahmadinejad, ne ha chiesto, con impudenza, il ritiro. E il tema è comunque all'ordine del giorno alla Nato.
In teoria tutti dovrebbero essere felici di veder sparire dal proprio Paese armi micidiali. Ma in realtà non è una buona idea. E lo scarso entusiasmo dimostrato finora dall'Italia è in effetti opportuno. Perché le bombe Usa simboleggiano lo stretto collegamento tra deterrente Usa e Paesi europei Nato. Già, perché solo Francia e Gran Bretagna hanno un deterrente nucleare. La Nato non ha armi nucleari "in proprio". E considerando quello che sta accadendo nel mondo, non solo in Iran, non è il caso di esporsi alla mercè di chi la bomba la avrà. Soprattutto se non ci si è neanche dotati di uno straccio di scudo antimissile.
Prima di accettare il ritiro delle armi atomiche statunitensi si dovrà parlare di deterrente nucleare europeo, di cooperazioni con Londra e Parigi (la Francia ha fatto più volte avance in tal senso) di un sistema antimissile continentale pagato e gestito congiuntamente, a integrazione di quello statunitense.

Però in Europa non c'è la volontà di fare passi del genere. E visto che intanto Iran e affini la bomba provano a farsela... sarà meglio non aver fretta nel chiedere agli Usa di riprendersi le sue. Perché il resto del mondo filo-occidentale sta facendo esattamente il contrario.

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