Il nucleare da Genova al resto del mondo

Il nucleare da Genova al resto del mondo

Sviluppare la progettazione e la costruzione di impianti nucleari in Italia e all’estero è certamente importante per il nostro Paese, dal punto di vista di un più equilibrato e conveniente approvvigionamento di energia. Ma è altrettanto importante la ricaduta in termini di ricerca, occupazione, cultura industriale, sinergie con l’università che il «ritorno al nucleare» è in grado di generare, e va ben al di là del semplice calcolo matematico sui costi (o, meglio, sui risparmi) della bolletta energetica a carico delle famiglie, delle imprese e dell’intero sistema Paese. Su questo punto è stato molto chiaro, ieri mattina, alla Fondazione Ansaldo, l’amministratore delegato di Ansaldo Energia Giuseppe Zampini, nel presentare ufficialmente l’accordo con il Rina per il potenziamento della competitività nel settore nucleare. In concreto: Ansaldo Nucleare, società controllata dalla stessa Ansaldo Energia nel contesto del gruppo Finmeccanica, e Rina Industry, società del gruppo Rina, hanno siglato un’intesa che prevede l’integrazione dei servizi relativi a progettazione, costruzione, avviamento e revamping (la ristrutturazione) di impianti, forniti da Ansaldo Nucleare, con quelli di qualifica fornitori, controllo qualità, «quality assurance», ispezione, e «quality management» delle costruzioni (questi, forniti da Rina Industry).
L’alleanza tra le due società, leader nei rispettivi settori - hanno sottolineato per l’occasione sia Zampini, sia Ugo Salerno, amministratore delegato di Rina - sancisce l’impegno a «investire congiuntamente nello sviluppo di competenze e a proporsi con più forza e competitività sul mercato nella partecipazione a progetti relativi a impianti di generazione di energia termonucleare». Tutto questo, nella prospettiva di realizzare nuove centrali in Italia, nell’ambito del piano approvato dal governo, ma anche per partecipare alle commesse che riguardano i Paesi, forti dell’esperienza in campo nucleare mai dismessa da Ansaldo Energia nonostante il «blocco» intervenuto a seguito del referendum abrogativo del 1987.
Intanto, la partnership con Rina - spiega Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, all’unisono con Fabio Ziliotto, omologo a Rina Industry - non è un semplice auspicio, ma una realtà già operativa e collaudata che ha avuto un primo completo sviluppo nell’ambito di un progetto per il raddoppio dei reattori della centrale nucleare di Mochovce in Slovacchia, presso Bratislava. Il potenziamento dell’impianto, appartenente alla Slovenske Elektrarne (primo operatore slovacco e secondo dell’Europa centrale), è stato affidato a Enel, che ne possiede il 66 per cento e che, a sua volta, ha coinvolto Ansaldo Nucleare e Rina Industry per le attività di progettazione e costruzione di controllo qualità, dei fornitori e dei processi. Una volta completata, entro il 2013, la centrale raggiungerà la potenza di 880 MW e sarà in grado di contribuire ad oltre il 20 per cento del fabbisogno di energia elettrica del Paese.
Rispetto alla ripresa del nucleare in Italia, Zampini ribadisce il concetto: «Il nucleare è una opportunità non solo per la produzione di energia, ma anche per il sistema industriale del nostro Paese, per rilanciare le relazioni internazionali ed essere soggetto interlocutore tecnologico, non solo per le forniture». E in merito al know how italiano, Zampini aggiunge ancora: «Possiamo considerare che l’impianto nucleare sia un sistema complesso. Oltre alla parte convenzionale, manifatturiera, c’è la parte nobile, quella più prettamente connessa con il core nucleare. Noi vogliamo rientrare in gioco su questa parte perché la parte convenzionale siamo in già in grado di farla».

Ne conviene Salerno, secondo cui inoltre «l’obiettivo è avere in Genova un polo di competenza e di competitività» in questo settore a livello mondiale. I presupposti, e forse già qualcosa di più, ci sono tutti. A partire dall’accordo fra Ansaldo Energia e Rina, che sono sì aziende genovesi, ma assolutamente anche «globali».

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