Nuovo stadio, i club aumentano i posti

Critiche su impatto del cantiere, verde, vicinanza alle case. Via libera entro Natale

Nuovo stadio, i club aumentano i posti

Almeno su due punti gli schieramenti pro e contro il nuovo stadio di San Siro concordano. Le squadre hanno bisogno di dotarsi di un impianto «moderno e al passo con le nuove esigenze sportive, economiche e commerciali già raggiunte da altri club nazionali e internazionali». Secondo: l'area presenta delle criticità evidenti - carenza di parcheggi, traffico, rumore e vibrazioni prodotte dall'attuale impianto, sicurezza e gestione dell'ordine pubblico - che vanno «comunque affrontate», a prescindere dalla soluzione, restyling del Mezza o «decostruzione» e realizzazione del nuovo stadio.

E qui scatta il match. Ieri con la Relazione finale già consegnata a Comune, Milan e Inter e alla Commissione nazionale si è chiuso il Dibattito pubblico sul progetto dei club. Un percorso iniziato in maniera quasi «clandestina» il 28 settembre e accompagnato fino alla fine dalle polemiche, visto che la «restituzione» è stata fatta con conferenza stampa in diretta streaming ma senza pubblico. Tant'è, il dibattito costato al Comune oltre 245mila euro ha registrato solo 3.066 presenze (in molti casi gli stessi hanno partecipato più volte), 153.821 le persone raggiunte on line. Il coordinatore Andrea Pillon sintetizza le principali criticità emerse: «Riguardano perlopiù verde, traffico, rumore, vibrazioni. Sarà un cantiere importante e i cittadini sono preoccupati per i disagi che creerà». La vicinanza del nuovo stadio alle case di via Tesio, circa 50/60 metri, è un altro tema centrale, e si lega al fatto che coprirà l'attuale area verde fruibile del Parco dei Capitani. «Però i club - aggiunge - propongono uno stadio moderno» e semicoperto che «avrà impatti acustici dcisamente inferiori.

Ma i cittadini questa preoccupazione ce l'hanno». Quanto alla sicurezza, la preoccupazione è «soprattutto legata alla «gestione di masse di tifosi e di pubblico che si riversa nell'area». Emerge anche la richiesta di usare una parte dei 34 milioni di onerie 94 milioni di opere di urbanizzazione previsti ora per interventi su verde e spostamento del sottopasso Patroclo - secondo alcuni «interessa alle squadre, non dovrebbe essere finanziato con oneri»- siano dirottati sul quartiere popolare «ghetto» di piazza Selinunte. Un tema più volte sollevato è quello della capienza, che scenderebbe da 75mila a 60/65mila posti. Preoccupa che la riduzione dei posti faccia schizzare i prezzi dei biglietti.

I club hanno precisato che la scelta deriva dall'analisi media delle presenze effettive negli ultimi 7 anni, mai sopra quota 60mila, e terzo anello occupato solo al 15%. Immaginano un impianto composto da due anelli, con risparmi nella costruzione e gestione, e i maggiori ricavi ottenuti con l'aumento dei posti premium (da 6mila a 9.500) e di altri servizi consentiranno di calmierare i prezzi. In fase di progettazione hanno assicurato che «cercheranno soluzioni per aumentare leggermente la capienza stimata». Tra le proposte: garantire il 10% dei biglietti a prezzi popolari. La maggior parte chiede che l'intervento sull'area allargata di San Siro «abbia una regia pubblica».

Il 65% della superficie sarà dedicato alla Cittadella dello sport e dell'intrattenimento, tra le proposte emerse (in particolare dai giovani) ci sono percorsi salute outdoor, pista in erba per la corsa, piscina olimpionica adeguata a eventi internazionali paralimpici - e c'è già chi precisa che alcuni orari andranno dedicati solo alle donne visto che il quartiere è densamente abitato da musulmani - spazi per skatepark, parcour, padel, bowling, tiro con l'arco, musica rap, concerti discoteca, cinema all'aperto. Altro punto dolente, l'area commerciale da 68mila mq su tre livelli che sorgerà sulle ceneri del Meazza. Anche qui, timori per il traffico ma anche per la concorrenza a negozi di vicinato. E c'è il nodo degli ambulanti. I club promettono dialogo con le associazioni dei commercianti e precisano che non sarà un grande mall ma una galleria commerciale al cui interno troveranno spazio anche il museo del calcio, funzioni per sport e intrattenimento. Ci sono state obiezioni sull'interesse pubblico dell'intervento e persino sul destino «della più grane colonia d'Europa di rondoni» sulle torri del Meazza. E la gente chiede ai club, ma da subito, azioni per prevenire fenomeni criminali e di violenza legati agli eventi sportivi, «dovrebbero impegnarsi maggiormente nell'educare le tifoserie (leggi le Curve) a tener fuori dallo stadio i soggetti criminali». La forma e la facciata dello stadio saranno decise in fase di progetto esecutivo, si chiede di adottare «una forma rivoluzionaria e iconica» e «mantenere o richiamare almeno un elemento del Meazza».

La giunta Sala ha ora due mesi di tempo, fino al 18 gennaio, per confermare o meno la

pubblica utilità ma la risposta dovrebbe arrivare prima di Natale. «Dalle interlocuzioni che ho avuto - spiega Pillon -, in un mese dovrebbero presentare il dossier, hanno una certa fretta e gli uffici lavorano alacremente».

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