Azzardo per azzardo, si potrebbe dire che il presidente degli Usa, Barack Obama, abbia deciso, usando una metafora rubata al poker, di puntare tutto il suo denaro su ununica giocata. Ricaricate le pile in vacanza, l'ex senatore dell'Illinois ha deciso di prendere in mano tutti i dossier spinosi che stanno funestando la sua estate, Afghanistan e riforma sanitaria in primis, e ha convocato una seduta plenaria del Congresso per mercoledì prossimo. Una seduta in cui crede, o almeno spera, di convincere deputati e senatori a seppellire l'ascia di guerra sul suo ambizioso programma per la sanità, che vorrebbe veder approvato entro l'anno.
Per questo Obama ha scelto di affidarsi alle sue doti oratorie, scommettendo su un discorso che, dopo 233 giorni alla Casa Bianca, promette di segnare in maniera significativa tutto il suo mandato. Perché, secondo il piano del presidente e dei suoi consiglieri, è tempo di esporsi in prima persona per porre fine allo stillicidio che i continui attacchi dei repubblicani, l'andamento dell'economia e la situazione in Afghanistan hanno provocato nei numeri dei sondaggi sulla popolarità del presidente. Numeri in impietosa discesa su tutti i temi chiave: in minoranza sulla riforma sanitaria, a cui si oppone il 51% degli statunitensi, rispetto al 45 di inizio agosto; in difficoltà sull'Afghanistan, in cui un aumento delle truppe è malvisto dal 41% degli americani, rispetto al 33 di aprile; in difficoltà persino sulla popolarità personale, con picchi in cui più di un elettore su due appare insoddisfatto.
Per Obama è arrivato il momento di giocare tutte le sue carte e ha deciso di farlo sul tema più difficile ma che sente di più, quello della riforma sanitaria, nella speranza che un successo abbia un effetto domino anche sugli altri dossier. L'obiettivo finale del discorso sarà proprio questo; il mezzo con cui punta di arrivare a convincere gli avversari repubblicani (ma anche molti democratici) è una spiegazione più dettagliata dei suoi progetti. Dovesse avere successo, i rappresentati democratici non potrebbero poi di certo abbandonarlo sul dossier afghano, dove rischia di trovarsi dipendente dai voti dei repubblicani per eventuali aumenti di truppe.
«Sta arrivando una nuova fase - ha commentato David Axelrod, uno dei consiglieri più ascoltati da Obama -. Stiamo entrando nella fase finale del dibattito e faremo ogni cosa necessaria per avere successo».
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