Obama sceglie di non agire e Bagdad adesso rischia di finire all’ombra dell’Iran

L'obiettivo era la cattura di un capoccia talebano, ma gli insorti hanno dato battaglia. Due uomini dei corpi speciali italiani sono rimasti feriti, assieme a tre commando afghani. Un incursore di marina del Gruppo operativo dei Comsubin è stato colpito al braccio da armi leggere. Lo stesso punto dove era stato ferito in una precedente azione in un diverso teatro operativo. L'altro è un ranger, del 4° Reggimento alpini paracadutisti Monte Cervino di Bolzano. Centrato pure lui ad un braccio, gli hanno estratto il proiettile all'ospedale da campo di Herat. Ambedue i feriti non sono in pericolo di vita.
Gli incursori e ranger della Task force 45 non si sono persi d'animo. Lo scontro è stato intenso, con l'appoggio di elicotteri d'attacco americani e ha lasciato sul terreno almeno una decina di talebani. «Cinque insorti sono stati catturati» spiega in un comunicato il maggiore Mario Renna del comando italiano a Herat.
Tutto è iniziato venerdì sera, quando è stata attivata la Task unit Bravo responsabile per le operazioni speciali sul fronte nord del settore occidentale comandato dagli italiani. L'obiettivo era stato segnalato nel distretto di Jawand, nell'ostica provincia di Badghis. Un puntino fra i monti, circa 70 chilometri a sud est di Bala Murghab, dove gli alpini hanno una base avanzata.
Oltre agli italiani c'erano i commando afghani, che dipendono dal 207° corpo d'armata di stanza a Herat. Uomini ben addestrati ed equipaggiati dagli americani. La task unit Bravo si è avvicinata al rifugio, dove era segnalato il comandante talebano nella lista nera della Nato.
In quest'area lo scorso anno le coltivazioni di oppio sono aumentate dell'822% e i tagliagole locali si erano fronteggiati armi in pugno per il controllo dell'estrazione dei lapislazzuli e smeraldi. All'inizio dell'anno il comandante talebano maulawi Mohammed Shah era passato dalla parte del governo, per far fuori i rivali. Nelle settimane precedenti alle elezioni parlamentari del 18 settembre i talebani hanno minacciato candidati e scrutatori del distretto.
A poca distanza da un centro abitato i talebani hanno aperto il fuoco contro i corpi speciali. Italiani e afghani hanno risposto alla minaccia e fatto intervenire gli elicotteri. Durante i combattimenti i due soldati italiani sono stati feriti e in seguito evacuati in elicottero a Camp Arena, la grande base di Herat. Secondo il comunicato ufficiale lo scontro sarebbe avvenuto alle 10.40 di ieri mattina, ma un'altra fonte del Giornale parla di missione notturna, un classico di questo genere di operazioni. Non è chiaro se fra i cinque talebani catturati, o fra le vittime dello scontro, ci sia anche il comandante obiettivo della missione.
Se da una parte la Nato intensifica da mesi le operazioni speciali contro la catena di comando talebana, dall'altra sta perdendo la guerra della propaganda. Lo ha denunciato ieri il Washington Post citando fonti dell'intelligence americana e del quartier generale della missione Isaf a Kabul. I talebani sono sempre più abili a demonizzare il governo del presidente afghano Hamid Karzai, come un'esecutivo "fantoccio" minato dalla corruzione. I seguaci di mullah Omar addirittura promettono di voler rispettare i diritti delle donne e propongono un programma di governo per il futuro.

Attraverso la loro base mediatica e propagandistica in Pakistan invadono la rete e usano Twitter e Facebook. Senza tralasciare la propaganda porta a porta con volantini distribuiti nei villaggi rurali, ripresi nei sermoni delle moschee e rilanciati da stazioni radio clandestine.
www.faustobiloslavo.eu

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