Occhio alla casa: Monti riscopre l'Ici

Il governo Monti ha ottenuto la fiducia del Senato con 281 sì, 25 voti contrari (quelli dei senatori leghisti) e nessun astenuto. In mattinata Monti ha illustrato le prime linee guida che l'esecutivo seguirà nei mesi a venire. Tra le misure preannunciate provvedimenti sul sistema di tassazione, lavoro e sistema pensionistico. Monti ha parlato anche dell'Ici sulla prima casa, ricordando che la sua esenzione è "un'anomalia tutta italiana". In serata ha risposto sull'accusa di essere troppo vicino alle multinazionali, sottolineando anche il suo impegno per il federalismo fiscale

Occhio alla casa: Monti riscopre l'Ici

Palazzo Madama ha votato la fiducia al governo tecnico guidato da Mario Monti con 281 "sì", 25 voti contrari (quelli dei senatori leghisti) e nessun astenuto. Il neo-premier è intervenuto in aula alle 13, per illustrare le misure principali che l'esecutivo intende adottare e presentarsi all'Aula, dove entrava per la prima volta. Domani toccherà alla fiducia alla Camera. Il presidente Renato Schifani subito dopo il voto del Senato che ha dato la fiducia al governo, ha espresso all'economista gli "auguri di buon lavoro nell’interesse del Paese".

Questa mattina avevano parlato i ministri Corrado Passera e Elsa Fornero che, relativamente a ciò che sarà fatto nei prossimi mesi avevano sottolineato la necesità di "cambiare tutto ciò che serve per lo sviluppo", seguendo tre parole d'ordine: "risanamento, necessario e urgente perchè senza quello non ci si salva, crescita, coesione sociale e equità".

Entrando in Aula il nuovo premier ha ringraziato brevemente il presidente della Repubblica Giogio Napolitano e Silvio Berlusconi, che si è impegnato nei giorni scorsi, dice Monti, a "facilitare la mia presa di successione". Il neo-premier ha poi sottolineato la volontà del governo di essere vicino alla gente, di essere "un governo di impegno nazionale", che rinsalderà "le istituzioni" e si concentrerà in una "chiara difesa del ruolo del Parlamento".

Monti ha poi iniziato a delineare gli interventi che occuperanno l'esecutivo nei prossimi mesi, mettendo in primo piano la necessità di "convincere gli investitori internazionali che abbiamo imboccato la strada di una riduzione graduale del rapporto tra il debito pubblico e il Pil". Tre i punti da tenere bene in mente: rigore di bilancio, crescita ed equità. Misure necessarie a restare parte dell'Ue, non come anello debole della catena, ma come partecipanti ad un progetto comune, perché "il destino dell'euro dipenderà anche da ciò che l'Italia farà nei prossimi giorni".

Qualche parola Monti l'ha dedicata anche alle raccomandazioni venute dall'Ue, che devono essere tenute in considerazione perché lasciar fallire il progetto Euro "disgregherebbe il mercato unico, le sue regole, le sue istituzioni, ci porterebbe al livello degli anni '50". E sarà necessario nelle prossime settimane pensare a misure ulteriori rispetto a quelle contenute nella lettera inviata all'Ue.

Monti ha poi sottolineato il discorso della pressione fiscale, che in Italia "è elevata", spiegando che "può essere modificata per renderla favorevole alla crescita", intervenendo su impresa e lavoro. Importante puntare anche sulla lotta all'evasione per far crescere il gettito e diminuire le aliquote. Ha poi continuato parlando di pensioni e di un sistema pensionistico che è "tra i più sostenibili d'Europa, ma rimane caratterizzato da ampie disparità di trattamento, tra fasce d'età e categorie". 

Fondamentale sarà per l'esecutivo "riformare il mercato del lavoro", nel quale sono necessarie "più equità" e l'eliminazione del "sistema duale", che causa trattamenti differenti. Poi investire sui giovani, eliminando i vincoli alla valorizzazione delle capacità individuali e accrescendo il livello d'istruzione delle forze lavoro, "oggi inferiore rispetto alla media europa". Serviranno a tale proposito "interventi mirati sulle scuole e sulle aree in ritardo e la revisione del sistema di selezione e allocazione". Riflessioni anche sul lavoro femminile, "una questione indifferibile". "Bisogna conciliare le esigenze del lavoro e della famiglia e sostenere la natalità", anche con una "tassazione differenziata".

Monti ha poi dedicato parte del suo discorso alle misure di tassazione, ricordando come l'esenzione dall'Ici delle abitazioni principali sia un'anomalia tutta italiana e che il decreto sul federalismo municipale prevede dal 2014 l'entrata inj vigore dell'Imu, che assorbirà "l'attuale Ici, escludendo la prima casa e l’Irpef sui redditi fondiari da immobili non locati, comprese le relative addizionali". All'interno di questa cornice, ha concluso il premier, "intendiamo riesaminare il prelievo sulla ricchezza immobiliare". Il discorso di Monti ha anche toccata il confronto con gli altri Paesi europei, ricordando come "l'imposizione sulla proprietà immobiliare" sia "particolarmente bassa" in confronto agli altri dell'Unione Europea.

Tra i primi impegni del nuovo esecutivo ci sarà comunque quello di dare attuazione alle manovre varate nel corso dell'estate, completandole anche con interventi in linea rispetto alle richieste dell'Unione Europea. 

In serata Monti ha risposto agli interventi emersi dal Senato nel corso del pomeriggio, prendendo atto dei problemi emersi ma commentandone solo alcuni, rinviando invece la discussione delle questioni più complesse alle commissioni parlamentari. Sui questi avanzati dai banchi della Lega ha dichiarato di voler seguire molto da vicino l'attuazione del federalismo fiscale. Con una battuta, si è poi smarcato dalle critiche di chi lo vuole troppo vicino ai poteri forti, facendo notare come, anche quando lavorava in ambito europeo, non abbia mai esitato a opporsi a norme che non condivideva, anche se proposte dai Paesi forti dell'Ue.

Insomma, dichiarandosi un servitore dello stato e non "un devoto e disciplinato servitore delle multinazionali". In conclusione, ha rimarcato la necessità di una presenza incisiva dell'Italia in Europa e ribadito, "sulla premazia della politica" (rispetto al lavoro dei tecnici) "sfondate una porta aperta". 

 

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