Ora anche i talebani chiedono il rilascio del reporter italiano

I guerriglieri: «I rapitori sono ladri che hanno sequestrato Torsello per poche monete. Se li prendiamo finiranno davanti a una corte islamica»

Fausto Biloslavo

«Liberate il giornalista italiano», chiedono i talebani, che considerano i sequestratori dei ladri alla caccia di un pugno di dollari in cambio della vita dell’ostaggio. Qari Yousef Ahmadi, il portavoce dei talebani per le zone calde come la provincia di Kandahar e Helmand, dove il fotografo pugliese è stato rapito, ha rilasciato dichiarazioni molto nette all’agenzia stampa afghana Pajhwok. «Non ci si può vendicare dell’Italia uccidendo un giornalista innocente», avrebbe detto il portavoce talebano rivelando che più volte ha cercato di chiamare sul telefono cellulare di Gabriele senza riuscire a ottenere risposta. L’obiettivo era convincere i rapitori a liberare l’ostaggio. L’Italia è considerata «nemica» perché schiera quasi duemila uomini in Afghanistan, ma Torsello, convertito all’Islam, invece, viene difeso. Qari Yousef conferma che il fotoreporter era stato stato scortato dai talebani durante il suo reportage fotografico di due giorni nel distretto di Musa Qala e altri tre in quello di Sangin, dove gli studenti guerrieri hanno combattuto duramente contro le truppe britanniche. «I sequestratori del giornalista italiano sono ladri che l’hanno rapito per un pugno di monete ­ ha dichiarato il portavoce talebano ­. Se li prendiamo li trascineremo davanti a una corte islamica».
Nel destino ingrato della cattività, l’ostaggio italiano ha la fortuna di essersi convertito all’Islam con il nome di Kash, adottato durante i suoi servizi in Kashmir, la regione contesa fra India e Pakistan. Inoltre, i contatti con i talebani sono serviti a sgomberare il campo dalle ipotesi di un sequestro fondamentalista. Con la presa di posizione di ieri del portavoce talebano, ai rapitori risulterà estremamente difficile vendere l’ostaggio a una banda di estremisti islamici, anche se nella zona di Helmand i comandanti talebani sono spesso in guerra fra loro e le cellule arabe di Al Qaida seguono una politica autonoma.
L’appello dei talebani per liberare Torsello non è la prima mossa della galassia dell’estremismo islamico a favore del free lance pugliese. Due giorni fa l’agenzia Afghan islamic press, con sede a Peshawar, in Pakistan, considerata vicina ai fondamentalisti, ha ripreso gli appelli dei familiari e le iniziative italiane per ottenere il rilascio di Gabriele. Ovviamente veniva sempre sottolineato che l’ostaggio è un convertito all’Islam.
Torsello è stato rapito il 12 ottobre e fin dall’inizio sui forum dei siti legati ad Al Qaida e alla guerra santa internazionale emersero subito dei dubbi sulla matrice talebana del rapimento. Il 15 ottobre uno dei navigatori del Jihad pubblicò una foto di Torsello vestito all’afghana, durante un suo soggiorno in Kashmir, e con la barba islamica d’ordinanza, sottolineando che Gabriele era diventato musulmano da anni. Il 20 ottobre un anonimo membro dei forum jihadisti, che si firma «il soldato musulmano» era ancora più esplicito: «Hanno rapito un giornalista musulmano in Afghanistan, che Allah possa interrompere la sua prigionia. I talebani hanno smentito di essere responsabili del rapimento e sostengono che dietro ci siano dei criminali comuni». La formula «che Allah possa interrompere la sua prigionia» viene usata anche per i «mujaheddin» catturati in Irak o in Afghanistan, mentre combattono le truppe occidentali e le autorità locali. In realtà Torsello sembra essere un pacifista e non avrebbe mai estremizzato la sua conversione, che per fortuna si sta rilevando utile al fine di esercitare pressione sui rapitori, perché quello che conta è riportarlo a casa sano e salvo.


Alla Farnesina, intanto, affermano che non ci sono novità. Il portavoce Pasquale Ferrara non ha fornito notizie nuove e ha ribadito che «sono stati attivati tutti i canali e tutte le piste che possano condurre a una rapida liberazione di Torsello».

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