Ora fa comodo a tutti che la Lega di lotta venga emarginata

Contestazione del Carroccio alla Camera: due deputati espulsi

Ora fa comodo a tutti che la Lega di lotta venga emarginata

Sdegno e raccapriccio per questi villani («pecora­ri » dice elegantemente Fi­ni) che urlano alla Came­ra, espongono cartelloni (niente di che, tipo quello di ieri, «No Ici»: due depu­tati espulsi), fischiano, ru­moreggiano, dicono persi­no parolacce. Loro, i leghi­sti, in compenso si diverto­no da pazzi, una nuova gio­vinezza, come fossero nel 1995, quando erano gli unni appena sbarcati dalle praterie lombar­do- venete e tutti gli altri a indicarli come teppi­sti travestiti da onorevoli. Il dettaglio è che so­no passati degli anni, nei quali tutti gli altri, pri­mo il Pd, poi il cosiddetto Terzo polo, gli hanno fatto la corte, anche spudorata.
Quando servivano non erano irresponsabili ma solo «radicati nel territorio», non incivili ma popolari, non razzisti ma «costole della si­nistra », giammai maleducati semmai «ruspan­ti ». Tra l’altro, non è che tra i banchi fuori da quelli leghisti ci si occupi sempre di Platone o Immanuel Kant. «Rompicoglioni! Vai dallo psi­cologo! » ha gentilmente consigliato la cattoli­ca Rosy Bindi alla deputata lesbo-Pd Paola Concia. E un bel «troia!» fu l’epiteto trovato da un deputato dello Sdi (uno dei mille partiti post socialisti) per una onorevole, leghista tra l’altro,la Lussana.Perché se i leghisti spesso in­sultano, altrettanto spesso sono ricambiati.
 Come quando Gianluca Buonanno (uno dei due le­ghisti cacciati ieri dall’au­la) prese parola per denun­ciare al presidente di com­missione un complimentoaffibbiatogli dal senatore Garraffa,del Pd:«Mi ha det­to: “Vai a fare in ...”!», disse il leghista. Falso, gli replicò un altro del Pd, Maritati: «Si è inventato una parolac­cia! Se l’è inventata! Ti ha detto vai a fare il sin­daco! ». Un asilo, con turpiloquio bipartisan.
Un distinto «puttana!» l’ha rivolto un finia­no, quelli che danno dei pecorai ai leghisti, Giorgio Conte, all’onorevole Catia Polidori quando ritornò nella maggioranza berlusco­niana rovinando a Fini l’imboscata. Mentre an­cora coi leghisti ce l’aveva quel gentleman di Evangelisti, deputato dell’Idv: «Scimmie! Sie­te scimmie!», urlò mimando gli scimpanzè quando si grattano la testa. Seguì una rissa, con cazzotto del dipietrista a Fabio Ranieri, le­ghista allevatore, uno ben piazzato, fermato in tempo dai commessi. Insulti anche insospetta­bili,
 come quelli usciti dal paccioccone Prodi, che una volta, da premier, perse la calma: «E vaffan...!» (ma contro uno di Forza Italia), men­tre Dini premier si limitò ad un «e basta, ca...!». Può capitare, restano persone eleganti, non come i leghisti, dei bovari nordici. Che però, al­la faccia loro, all’opposizione hanno ritrovato smalto.Anche con l’ostruzionismo parlamen­tare. L’altrasera,alla Camera,hanno ottenuto una seduta fiume,fino all’alba,per impedire il varo della manovra. Prendendo continuamen­te parola con gli interventi più assurdi (come racconta Linkiesta ). Massimo Polledri parla della moglie: «Fa l’infermiera e non la saluto, perché sicuramente starà dormendo». Pausa. «Almeno mi auguro».L’onorevole Negro infor­ma che con quel cognome non può essere raz­zista. L’emiliano Alessandri parla a lungo di Don Camillo e Peppone, mentre il leghista val­tellinese Crosio chiede informazioni sulla di­retta tv della seduta, che gli risulta sospesa. Strano, alle tre del mattino. Chiude verso le 4.30 il deputato Simonetti, con un quesito che non farà dormire nessuno: «Mi potete dire in questa manovra quanto contano gli scaldaba­gno a pompa di calore?». Intanto è pronto lo slogan leghista per la grande manifestazione a Milano, 22 gennaio. «Governo ladro, giù le ma­ni da casa e pensioni». Che cafoni.

Poi però ad aprile, quando si voterà alle amministrative e saranno utili come alleati, torneranno un parti­to non più di villani, ma di gente «radicata nel­le tradizioni locali». 

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